Missioni Consolata - Marzo 2021

52 MC Il riso e le pesche «made in Fukushima», un tempo vanto della provincia e famosi in tutto l’arcipelago, rimasero a marcire nei campi. Sebbene la radioatti- vità controllata per ogni lotto di raccolto, dopo il primo anno di picco, fosse scesa sotto i livelli di guardia, i consumatori erano oramai sfiduciati, da una parte dalle troppe bugie e verità na- scoste del governo e della diri- genza Tepco, dall’altra dalle campagne antinucleari e am- bientaliste di alcune associa- zioni che lanciavano allarmi preoccupanti sullo stato della radioattività. C’era chi, inven- tando dati e interviste, descri- veva una Tokyo deserta e terro- rizzata, e chi preconizzava un Giappone per la maggior parte inabitabile, dove l’intera popola- zione dell’arcipelago sarebbe stata costretta a trasferirsi nelle poche aree salvatesi dalla nube radioattiva. Dalla parte opposta, le organiz- zazioni pro nucleare e la Tepco, guidate dal governo di Naoto Kan, l’allora primo ministro giap- ponese del Partito democratico, cercavano di minimizzare i peri- coli, assicurando che la popola- zione non correva alcun rischio, e che la situazione era sotto controllo. Chi aveva ipotizzato il pericolo di fusione dei reattori (come realmente accadde) venne immediatamente desti- tuito. In questa guerra sull’informa- zione, nessuno dei due eserciti aveva la piena ragione dalla sua parte e, come spesso accade nei conflitti, la popolazione civile fu quella che subì le maggiori conseguenze. Le divergenze non si limitavano a mettere a confronto chi era pro o contro il nucleare, ma si * GIAPPONE trasmettevano trasversalmente tra chi vedeva messo in pericolo il proprio lavoro di una vita e chi soffiava sul fuoco per meri inte- ressi economici o ideologici. Agricoltori che avevano lottato in tempi non sospetti contro la presenza delle centrali atomi- che, si trovarono all’improvviso a contestare gli stessi movi- menti antinucleari che propa- gandavano la propria azione pubblicando rapporti allarmi- stici, raffazzonati e zeppi di dati privi di fondamento scientifico, illustrati con fotografie falsifi- cate. In questo scenario sur- reale, Fukushima tentava di ri- mettersi in piedi. Oggi, a distanza di dieci anni, si può dire che vi sia riuscita, al- meno in parte. LA DIFFICILE RINASCITA Dal 2014 le zone interdette alla popolazione sono state ristrette sempre più, ed oggi l’area di evacuazione totale si è ridotta a 337 km 2 rispetto ai 1.653 km 2 del 23 aprile 2011. Al contempo, la popolazione evacuata è scesa da 165mila (maggio 2012) a 37mila (novembre 2020). Le ultime zone riaperte, alla fine del 2020, sono quelle di Fu- taba, Tamioka e Okuma, tra le più colpite in quei tragici giorni del marzo di dieci anni fa. Nonostante circa un milione di cittadini e 443mila imprese ab- biano ottenuto o stiano otte- nendo rimborsi per un totale equivalente a 76 miliardi di euro, le difficoltà a cui vittime e residenti devono far fronte sono ancora evidenti. E sono problemi che non pos- sono essere risolti con alcun tipo di indennizzo economico. Anni e anni di sradicamento dalle proprie comunità, dalla terra natia, di convivenza con estranei in case di fortuna che impedivano una pur minima pri- vacy, la consapevolezza di non potere più lavorare come prima, l’emigrazione verso altre prefet- ture con la conseguente fram- mentazione delle famiglie, hanno trasformato Fukushima in un baratro psicologico per molte delle vittime. Un terremoto, uno tsunami, per quanto devastanti e terribili pos- sano risultare, lasciano la spe- ranza della ricostruzione. Al contrario, le invisibili particelle radioattive sprigionatesi da una centrale nucleare, spazzano an- che questa eventualità. Non ba- sta più solo ricostruire. Bisogna rivoltare il terreno, raschiare centinaia di chilometri quadrati di superficie, ripulire il suolo, fil- trarlo, ridistribuirlo. E il sale ma- rino, che ha impregnato i campi, li ha inariditi diminuendo la ferti- lità, sconvolgendo l’equilibrio chimico che rendeva così pre- ziosi e unici i raccolti. RADIAZIONI E TUMORI Gli studi dell’Unscear - United Nations scientific committee on the effects of atomic radiation - confermati anche da altre ricer- che scientifiche, affermano che la dose effettiva di radiazioni as- sorbita dalla popolazione che vi- © Piergiorgio Pescali " Le radiazioni possono manifestare i loro effetti anche a distanza di anni.

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