Missioni Consolata - Marzo 2021
marzo 2021 38 ma i rappresentanti di un malcontento condiviso dalla maggioranza della popolazione; secondo, qui la polizia ha una lunga e consolidata tradi- zione di abusi di potere al proprio attivo, come testimonia il report della missione Onu sulla vio- lenza durante la protesta. Un libro dell’orrore che ripercorre, col linguaggio formale del resoconto, l’insieme di violenze, abusi, torture, morti so- spette. La specialità della polizia cilena è gene- rare danni permanenti alla vista, con l’uso di proiettili di gomma. Analisi ex post sui bossoli mostrano la presenza di piombo dentro le car- tucce. Così, 472 persone sono ferite agli occhi dall’inizio delle proteste. Tra queste c’è Gustavo Gatica, uno studente di psicologia di 21 anni. Il pomeriggio dell’8 novembre 2019 passeggia per Plaza de la Dignidad insieme al fratello e scatta delle fotografie con la sua nuova macchina Sony. Viene colpito dagli spari dei carabineros a en- trambi gli occhi. Resterà cieco per sempre. «In Cile, la dignità vale un occhio della testa», recita una scritta di vernice in Plaza Dignidad. Lo stato di diritto europeo qui non esiste. Per- tanto, non si possono applicare le stesse catego- rie interpretative per capire ciò che avviene. Pasolini ci viene in aiuto quando dice che «chi viene odiato inizia a odiare»: questa è una buona chiave per intendere il clima d’odio che attra- versa il paese. Un odio tra manifestanti, polizia, classi sociali. La violenta repressione delle forze dell’ordine si accompagna con le azioni di resistenza della pri- mera línea , l’avanguardia delle manifestazioni, composta da giovanissimi che costruiscono bar- ricate, affrontano le forze dell’ordine con pietre, fionde e si difendono con caschi e scudi di pla- stica. Molti di loro provengono da uno dei più grandi fallimenti delle politiche pubbliche cilene, il Sename, «Sistema nazionale dei minori», che dovrebbe prendersi cura dei minori soli, ma che, invece, è un inferno in terra: violenze sessuali, adozioni illegali, vendita di organi. Chi entra al Sename è condannato a una vita di marginalità, dalla quale è quasi impossibile venir fuori. Una parte di questi ragazzi ha trovato nella primera línea un luogo di rappresentanza, scrive la gior- nalista Carolina Rojas. «Ragazzini cresciuti nella violenza si esprimono con il linguaggio della vio- lenza, impossibile chiedere loro un elenco delle riforme urgenti per il paese», afferma la polito- loga Javiera Arce. La grande maggioranza dei ma- nifestanti è assolutamente pacifica, ma tra alcuni di loro prevale un sentimento di tolleranza della violenza della primera línea . «Ci proteggono dai carabineros , permettono a tutti di manifestare pacificamente», racconta Marcia, manifestante in Plaza de la Dignidad. Frustrazione e consapevolezza La domanda è: perché nel paese più florido e pa- cifico dell’America Latina, che si vantava di es- sere il più europeo, è bastato l’aumento di pochi spiccioli del biglietto della metropolitana per far detonare un processo di radicale ripensamento sfociato nell’avvio di una nuova fase costituente? Per lungo tempo considerato un caso di successo tra i paesi latinoamericani, il Cile ha sconfitto la povertà assoluta, ma ha fallito nella redistribu- zione della ricchezza. Oggi fa parte del club dei paesi ricchi Ocse e ha un reddito pro capite di circa 24mila $, la soglia attorno alla quale un paese si considera di reddito medio, ma le dise- guaglianze sono profonde: il 75% dei lavoratori guadagna meno di 700 $ al mese e la pensione media è di 300 $. Come mostrano i dati Cepal In basso: vista dall’alto della Plaza Italia-Plaza Baquedano a Santiago, ribattezzata Plaza de la Dignidad all’inizio della protesta cilena, nell’ot- tobre del 2019. A destra: il magnate Sebástian Piñera, nel 2018 eletto presidente del Cile per la seconda volta. La sua mascherina ricorda che il Covid-19 ha colpito duro anche qui. In Cile, le forze dell’ordine hanno una consolidata tradizione di abusi. “ © Claudio Reyes / AFP ossier
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