Missioni Consolata - Marzo 2021
AI LETTORI Ai lettori MC R di Gigi Anataloni, direttore MC EDI ORIALE MC di Gigi Anataloni, direttore MC Martirio, Vangelo vivo A veva 10 anni Blanca, 12 sua sorella Lilliam e 17 Bryan José. Tre ragazzi del Nicaragua, i più giovani tra i venti «martiri» del 2020 che ricorderemo durante la 29 a giornata dei missio- nari martiri il 24 marzo, anniversario dell’uccisione di San Oscar Arnulfo Romero. Otto sacerdoti, un religioso, tre suore, due seminaristi e sei laici. Le due sorelline, gioiose testi- moni della loro fede, facevano parte dell’Infanzia missionaria. Venti nomi, otto dall’America, sette dall’Africa, tre dall’Asia e due dall’Europa, che non esauriscono certo la lista di chi ha dato la propria vita per il Vangelo nel 2020. «All’elenco se ne deve aggiun- gere un altro [...] che comprende operatori pastorali o semplici cattolici aggrediti, malmenati, deru- bati, minacciati, sequestrati, uccisi, come anche quello delle strutture cattoliche a servizio dell’intera popolazione, assalite, vandalizzate o saccheggiate. Di molti di questi [...] non si avrà mai notizia, ma è certo che in ogni angolo del pianeta tanti ancora oggi soffrono e pagano con la vita la loro fede in Gesù Cristo» ( Agenzia Fides ). Oggi si parla di oltre 300 milioni di cristiani che vivono negli oltre 50 paesi nei quali è più facile es- sere perseguitati, ostacolati nell’esercizio della fede, emarginati, discriminati e imprigionati. Sono quasi tremila quelli uccisi ogni anno (più di otto al giorno). È alto il numero delle donne, dei giovani e giovanissimi cristiani che subiscono violenza. Le storie che arrivano da Nigeria, Siria, Pakistan, Libia, India, e ora anche Cabo Delgado in Mozam- bico, e da molti altri paesi, lasciano l’amaro in bocca. E non è solo l’integralismo islamico, segno della crisi interna allo stesso Islam, che preoccupa. L’intolleranza religiosa e il suo uso politico si manifestano anche, ad esempio, in un paese induista come l’India, o in uno buddhista come il Myanmar, dove vengono perseguitati sia cristiani che musulmani, come pure in quei paesi nei quali gruppi settari e ultra tradizionalisti di cristiani si legano a leader più o meno populisti e antiliberali (come sta accadendo nelle Americhe e anche in alcuni paesi europei). Pure la cosiddetta cultura laica della nostra Europa, ufficialmente paladina della libertà, non è im- mune da tale virus, quando promuove idee verso le quali non è ammessa nessuna critica, met- tendo a rischio la libertà di pensiero e quindi anche la libertà religiosa. Un’altra forma di esclusione e ostracismo nei confronti dei cristiani è praticata attraverso i social e i media, con la promozione di modelli di vita centrati sull’io, sull’autorealizzazione della persona tra- mite denaro, divertimento, consumi, gioco, rischio, sesso. L’attacco a valori cristiani come la so- brietà, la castità, l’altruismo, il perdono, la famiglia, la vita, anche quando non è esplicito, è perva- sivo e potente, soprattutto su chi lo subisce, più in modo emotivo che razionale, durante il delicato processo di formazione della sua personalità. I cristiani, oggi, sono perseguitati come e più di quanto non lo fossero nei primi secoli dopo Cri- sto. Non è un dato felice. Eppure, paradossalmente, è un bel segno, un segno di grande vitalità. Nonostante la crisi di fede, molto forte soprattutto in Europa e nelle Americhe, il Vangelo non ha perso sapore. I cristiani continuano a imitare il loro Maestro, abitando le periferie del mondo, in mezzo ai poveri, agli esclusi, ai marginali. Il Vangelo continua a dar fastidio agli Erodi e ai grandi sa- cerdoti del nostro tempo. Continua a contestare una logica politica ed economica che dimentica la dignità della persona, indipendentemente dalla sua cultura o stato sociale, una politica che preferi- sce investire in armi invece che su pace, salute ed educazione, un’economia che depreda il pia- neta a vantaggio di pochi. «Fratelli tutti», ha scritto papa Francesco. Parole semplicissime, ovvie forse, ma non per tutti. Parole che portano al martirio. Se da una parte la conta delle vittime, le terribili violenze, le umiliazioni sistematiche, gli imprigiona- menti ingiustificati, la distruzione di chiese, il bavaglio all’informazione, spezzano il cuore, dall’altra lo rinvigoriscono, perché sono segni di quanto sia ancora viva e forte la buona notizia di Gesù. Se milioni di cristiani, ancora oggi, sono disponibili a pagare di persona per la fede, una fede che non chiama alla vendetta, che promuove il perdono, che ama i nemici, che fa crescere la vita, possiamo avere speranza. 3 marzo 2021 MC
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