Missioni Consolata - Marzo 2021

Qui: la popolazione di Port-au- Prince vessata dalle continue ma- nifestazioni. Qui un papà porta a casa da scuola la figlia (15/1/21). * gami con i politici, e le più impor- tanti sono vicine, o fanno ac- cordi, con chi detiene il potere. «È un fenomeno che si è già vi- sto nel passato, ma adesso, non solo è più forte, hanno più gente, più armi, ma si è generalizzato. In tutti i quartieri troviamo delle cellule di gang. In alcuni sono molto più sviluppate che in altri, ma non si può dire che ci sia un luogo esente. E le troviamo an- che in altre città, oltre che in ca- pitale. In certi quartieri non c’è un’aggressione evidente: le gang ci sono e fanno i loro affari. Ma in altri, è una vera e propria guerra. Ad esempio Bel Aire (quartiere centrale di Port-au- Prince, ndr ): non si può passare adesso, trovi strade sbarrate, vie vuote, tutto è chiuso». L’ECONOMIA DEL RAPIMENTO Un altro fenomeno, legato alle gang, che si sta diffondendo sempre più, è quello dei rapi- menti a scopo di estorsione, chiamati qui kidnapping . «È il banditismo. Penso che sia un fe- nomeno che si nutre dell’impu- nità, il traffico di armi e di droga. Quando la situazione è questa, chi è senza scrupoli riesce a fare di tutto. Inoltre, tutto questo fun- ziona bene quando si ha il bandi- tismo di stato», racconta Gotson Pierre. «Attraverso i rapimenti fanno molti soldi, e non parlo dei ricavi dei piccoli rapitori, o dei soldà come li chiamano qui. Si tratta di centinaia di migliaia di dollari, tal- volta milioni, tutto in cash , che passano di mano e sono gestiti ai livelli alti delle gang. È una vera e propria industria remune- rativa, e tutti questi contanti de- vono sicuramente andare da qualche parte e servire a qual- cosa». Qualcuno fa l’ipotesi che questo denaro servirà a finan- ziare le prossime elezioni. Occorre purtroppo osservare, che «quando il kidnapping fun- ziona, tutto funziona». Molti soldi girano, molte persone lavorano, è come si ci fosse un’«economia del kidnapping ». Iliana Joseph, presidente di Hai- titalia, associazione culturale della diaspora haitiana in Italia, mette l’accento su alcuni aspetti: «Hanno inventato rapimenti che non eravamo abituati a vedere: hanno capito che con questo si- stema si fanno tanti soldi, allora la cosa si è diffusa, anche grazie alla televisione. Non erano mai arrivati a rapire bambini o fami- gliari di persone del popolo». E parla delle paure di chi vive lon- tano: «Se qualcuno sa che un vi- cino di casa ha un parente all’e- stero, questo può essere preso di mira. Chiedono dei riscatti molto elevati che spesso non si possono pagare. Se non si paga, i rapiti vengono ammazzati. Neanche le generazioni più an- ziane di noi avevano mai visto una situazione così nel paese. Io non ho mai avuto paura di pren- dere un aereo e andare al mio paese, in 25 anni che vivo in Ita- lia. Oggi ci penso bene. Tutto questo è molto grave». Il Covid ha colpito poco Haiti in modo diretto. Durante la prima ondata è stato abbozzato un lockdown. Ora non più, e i casi stanno aumentando. Ma un ef- fetto importante è stato indiretto. Ancora Iliana Joseph: «Chi vive all’estero sostiene la sua famiglia con le rimesse, che sono un’en- trata rilevante nel bilancio di Haiti. La pandemia, e il conse- guente lockdown, ha fatto per- dere il lavoro a una gran parte della diaspora nel mondo, con il conseguente crollo degli invii in valuta pregiata. Questo ha au- mentato la povertà in maniera diffusa e contribuito a far dege- nerare la situazione sociale nel paese». Marco Bello Nota Mentre stiamo chiudendo la rivi- sta, gli eventi ad Haiti sono in ra- pida evoluzione. Torneremo sulla situazione quando si sarà stabiliz- zata. * HAITI " Le gang oggi sono più forti, hanno più armi. E sono ovunque. 24 marzo 2021 MC A RCHIVIO MC • Marco Bello, «La cultura ci salverà», MC 04/2017. • Marco Bello, A due passi dalla Tortuga, MC 07/2016. • Marco Bello, dossier : La cultura è rivoluzione, MC 05/2016. • Marco Bello, Il presidente a vita è morto, MC 12 /2014 © Valérie Baeriswyl /AFP

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