Missioni Consolata - Marzo 2021
ventato molto ricco grazie a traf- fici strani». Gotson Pierre approfondisce: «C’è rivalità fra i leader, ma forse c’è anche un problema di rap- presentazione, che rende le cose difficili. Che messaggio co- municano? Stanno iniziando a cambiare, parlano di transizione, perché, secondo loro, Moise deve rispettare la Costituzione. È una richiesta legittima, anche agli occhi della comunità interna- zionale, la quale sostiene global- mente Moise, anche se c’è stata qualche dichiarazione contro il governare per decreto». «Ora fanno incontri, anche se è un po’ tardi. Il processo d’intesa a livello dell’opposizione non è facile, per molteplici ragioni. Tendenze, differenze nel pano- rama politico haitiano, molti osta- coli. C’è una ricerca di concertazione, quello che si constata è che non arrivano, per il momento, a inver- tire il rapporto di forza con il pre- sidente. Occorre mobilitare vera- mente la gente e smuovere le cose». VUOTO ISTITUZIONALE A inizio gennaio, si è riunito quel che resta del parlamento, ovvero dieci senatori (un terzo del se- nato, che ad Haiti è rinnovato ogni due anni in modo parziale). Questi reduci hanno eletto il pre- sidente del senato, nella figura di Joseph Lambert, che diventa, oltre a Moise, la sola carica istitu- zionale di vertice attualmente eletta ad Haiti. Politico di lungo corso, è in parlamento dal 1990, e aveva l’ambizione di fare il primo ministro con Moise. «Il presidente si è fatto il vuoto istituzionale intorno, gli unici eletti sono i dieci senatori. Come la transizione del dopo Martelly è stata guidata dal presidente del senato dell’epoca, così Lam- bert sarebbe forse l’unico tito- lato a sostituire Moise dopo il 7 febbraio. Sembra che abbia avuto contatti con l’ambasciata Usa. Potrebbe essere contro Moise oppure suo alleato», ana- lizza il giornalista. Lambert è un altro personaggio ambiguo, già consigliere di Mi- Però l’opposizione politica è va- riegata e divisa, ci ricorda il mis- sionario, che negli anni ‘90 era stato un promotore dei movi- menti sociali e della democrazia nel paese, attraverso le comu- nità di base, rischiando varie volte la vita: «Nell’opposizione ci sono anche personaggi simili a Moise. Quindi, il popolo non ha fiducia in molti dei suoi dirigenti. Inoltre questi non riescono a mettersi d’accordo. Per essere efficace, occorre che il movi- mento sia generalizzato, invece ci sono gruppi gli uni contro gli altri. Troviamo quelli che sono più radicali e altri meno, quelli fa- vorevoli al dialogo e altri no. Tra i radicali c’è gente come Yuri La- tortue, che faceva parte degli squadroni della morte durante il colpo di stato (si riferisce al put- sch di Raoul Cédras, 1991-1994, che lui ha vissuto inprima per- sona, ndr ). È qualcuno che è di- chel Martelly, una nostra fonte ci dice che è classificato dalla Dea statunitense come responsabile di traffico di stupefacenti. Diversi gruppi della società civile e dell’opposizione politica hanno iniziato la mobilitazione delle piazze dal 15 gennaio, per op- porsi alla permanenza di Moise dopo il 7 febbraio e per una tran- sizione. La repressione da parte dei corpi speciali di intervento rapido (Cimo) e della polizia, è stata violenta, con l’uso di lacri- mogeni, proiettili di gomma ma anche armi reali. La Rete nazionale per la difesa dei diritti umani, Rnddh, il 22 gennaio ha scritto in un comuni- cato che: «I recenti avvenimenti […] costituiscono una violazione flagrante delle libertà di espres- sione, circolazione e libertà indi- viduali del popolo haitiano». Dice inoltre: «[La Rnddh] giudica in- quietante che questi casi di vio- lazioni si siano intensificati all’in- domani delle dichiarazioni mi- nacciose del presidente Jovenel Moise, il 19 gennaio […], e che la sua Agenzia nazionale d’intelli- gence, già attiva, gli permetta di raccogliere informazioni relative ai cittadini che partecipano o fi- nanziano i movimenti antigover- nativi. Perché, ha affermato, quello che era possibile negli anni scorsi, non lo sarà più nel 2021». NELLE MANI DELLE GANG Gotson Pierre ci ricorda che per invertire il rapporto di forza oc- corre una mobilitazione gene- rale. Ma anche che oggi, ad Haiti, c’è una problematica so- ciale molto forte: «Se queste mo- bilitazioni riescono, allora è un segnale molto buono. Ma le diffi- coltà sono tante, perché pratica- mente tutti i quartieri sono con- trollati dalle gang . In certi casi la gente non può uscire di casa, c’è il rischio che non possano an- dare a manifestare». In molti quartieri la popolazione è in ostaggio, le gang (termine creolo di origine inglese, che in- dica bande armate di malviventi), sovente hanno in mano la situa- zione, malgrado le operazioni di polizia. Gang che intessono le- A MC " Con il referendum si vuole modificare la Costituzione violandola. 23 marzo 2021 MC
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