Missioni Consolata - Marzo 2021
il fatto che c’è una condivisione di potere (dettata dalla Costitu- zione, ndr ). Lui è per un potere presidenziale, mettendo il presi- dente della Repubblica a capo supremo della nazione. Come è stato durante la dittature dei Du- valier». E continua: «Vuole liberarsi istitu- zionalmente, per governare libe- ramente. Per questo motivo dice: da quando non c’è più il parla- mento, facciamo molte cose. L’organo legislativo è un osta- colo per lui». Così dal gennaio dello scorso anno, scadute le due camere, Moise ha firmato molti decreti, alcuni dei quali piuttosto discuti- bili e, soprattutto, senza il con- trollo di nessuna altra istituzione. Di fatto sta legiferando in modo diretto, e molti sono decreti che modificano le istituzioni repubbli- cane. «Ha fatto oltre quaranta decreti nei vari settori, per esem- pio nell’ambito dell’organizza- zione degli ordini professionali, del codice penale, e di altri or- gani indipendenti, come la corte superiore dei conti». Alcuni decreti mettono a rischio la libertà e i diritti fondamentali, come quello che istituisce l’A- genzia nazionale d’intelligence (Ani), molto criticato da opposi- zione e società civile. Questa struttura, infatti, ricorda tanto la milizia dei famigerati Tonton Ma- coute: «Sarà un’agenzia dei ser- vizi segreti, i cui membri pos- sono essere armati, e andare a casa delle persone senza man- dato. Renderanno conto solo al presidente, il che assomiglia molto ai Macoute del passato. Anche i diplomatici stranieri hanno detto a Moise che è un decreto pericoloso». Da notare che gli ambasciatori delle di- verse cancellerie, in generale mantengono una posizione defi- lata, omettendo di ostacolare la deriva autoritaria del presidente. Chi ci parla ricorda bene i Duva- lier e la loro milizia: padre Jean- Yves Urfié, missionario francese della congregazione dello Spirito Santo, ha iniziato a lavorare ad Haiti nel 1964. Da Duvalier è stato pure espulso nel ‘69, per poi tornare nel paese. RITORNO AL PASSATO? Il disegno di Moise è chiaro. Con un decreto del 7 gennaio, il pre- sidente rende pubblico il suo ca- lendario elettorale. Vuole realiz- zare un referendum costituzio- nale il 25 aprile di quest’anno e poi elezioni presidenziali, legisla- tive e locali, tra il 19 settembre e il 21 novembre. Per arrivare il 22 gennaio 2022 alla proclama- zione ufficiale dei risultati, e pro- cedere all’insediamento del pre- sidente della repubblica il 7 feb- braio, data simbolo della caduta di Jean-Claude Duvalier (7 feb- braio 1986). Le questioni sul tavolo sono di- verse e complesse. Primo: il mandato dell’attuale presidente scade il 7 febbraio 2021 e non 2022 (su questo punto c’è un’ambiguità nella Costituzione). Secondo: il Consiglio elettorale stra storica duvalierista, di cui fa parte anche il cantante Joseph Martelly, che lo ha preceduto alla presidenza (2011-2016) (si veda MC aprile 2017). Come già Martelly, anche Moise ha evitato accuratamente di rea- lizzare elezioni, facendo scadere gli eletti locali prima, e poi, a ini- zio 2020, la camera dei deputati e due terzi del senato. Da allora, non essendoci più il parlamento (ad eccezione di un terzo del se- nato, dieci senatori), il presi- dente, governa per decreto, for- zando la Costituzione e facendo diventare Haiti una «quasi» ditta- tura presidenziale. Mentre Martelly non era riuscito a creare consenso per un Consi- glio elettorale provvisorio (Cep), e, quindi, a costituire questo or- gano fondamentale, Moise ha avuto a disposizione un Cep ri- conosciuto e funzionante, du- rante gran parte del suo man- dato. Nonostante questo, non ha realizzato le elezioni, fino alle di- missioni del Cep, nell’agosto 2019, a causa della constata- zione, da parte dello stesso, che non c’erano le condizioni per realizzare la consultazione elet- torale. «Moise vuole cambiare la strut- tura istituzionale del paese, ma vuole farlo tutto da solo», ci con- fida il giornalista Gotson Pierre. «Non ha mai smesso di criticare Qui: manifestante anti governa- tivo, il 18 novembre 2020, in occasione della festa nazionale della battaglia di Vertières. A sinistra: manifestazione del 15 gennaio 2021 a Port-au-Prince. I manifestanti chiedono che il presidente rispetti il termine del mandato. * * 21 marzo 2021 MC © Valérie Baeriswyl /AFP A MC Dittatura | Diritti umani | Rapimenti | Banditismo
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