Missioni Consolata - Marzo 2021

ciò che si percepisce ora è stan- chezza, sicuramente, ma anche una grande tenerezza e la con- sapevolezza di aver fatto tutto ciò che si poteva. Ma se lavo- rando per strada bisogna evitare il contatto a tutti i costi per tute- larsi dal virus, c’è un momento, alla fine del turno in ambulanza, nel quale le barriere, per qual- che secondo, possono venire meno. Con indosso ancora la tuta bianca, i guanti e la mascherina, i ragazzi si lasciano andare a un abbraccio sicuro: il contatto umano, un corpo che si avvicina a un altro, il conforto. Nahomi cerca il suo collega, restano cosi per qualche secondo. Questa ragazza che studia giuri- sprudenza e sogna di fare del proprio lavoro una missione, an- che nel tempo libero si dona agli altri. Oggi il servizio ambulanza è stato particolarmente duro: un codice rosso, non Covid, ma co- munque finito nel peggiore dei modi. Eppure lei e gli altri ragazzi non desistono: ne vale la pena, sempre. Anche nei momenti più duri, anzi soprattutto in quei mo- menti. Guardando questi ragazzi, quel gesto semplice eppure oggi ne- gato, ci si rende ancora più conto di quanto il Covid sia prima di tutto «una malattia del- l’amore». Separa, per sicurezza, isola, per necessità. Ma l’essere umano è tale proprio perché ani- male sociale, proprio perché «l’altro» sia conforto e non ti- more, non pericolo. La riflessione più urgente da fare, insieme a quelle su tutte le * 18 marzo 2021 MC problematiche connesse a eco- nomia e salute, è quella legata al contatto fra persone. Abbiamo necessità di tornare a non te- merci, abbiamo necessità di tor- nare alla vicinanza e alla condivi- sione. In attesa di poterlo fare, è già molto sapere che, in alcuni luoghi in Italia, sono state isti- tuite «stanze degli abbracci» in alcune Rsa (Residenza socio as- sistenziale), come a Bollate, nel milanese. A questo proposito restano im- presse le parole di un amico me- dico: «la medicina deve adattarsi all’essere umano». Non dimenti- chiamoci, alla fine, che sotto guanti, mascherine, indumenti protettivi, siamo e restiamo, prima di tutto, soprattutto, per- sone. LA REALTÀ SICILIANA Daniela Carbone, consigliere eletta per il comune di Acireale (Catania), è la prima ad accom- pagnarci. È lei la responsabile del servizio «pronto spesa e pronto far- maco», iniziativa nata allo scopo di approvvigionare le famiglie svantaggiate e gli anziani in diffi- coltà. Il nostro viaggio si snoda tra i magazzini alimentari, scelti tra strutture pubbliche ed edifici se- questrati alla mafia e consegnati a Cri, nei comuni di Aci Catena, Aci Sant’Antonio e Aci Bonac- corsi: è da questi luoghi, sorti a nuova vita, che partono le ope- razioni di smistamento e conse- gna cibo alle categorie più fra- gili. È proprio Daniela a rivelarci al- ITALIA Qui: abbraccio tra due volontari di Croce rossa, a fine turno. A destra: nei pressi di Acireale (Ct), una coppia di anziani attende la consegna del pacco alimentare e farmaci. Sotto: Catania, piazza della Repub- blica. È mezzanotte, l’unità di strada di Croce rossa ha concluso il suo servizio di assistenza. * * * © Valentina Tamborra © Angelo Anzalone © Angelo Anzalone

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