Missioni Consolata - Marzo 2021
Qui: un luogo di raccolta di mate- riali usati per il riutilizzo. Verranno selezionati e spediti in Africa. * dell’usato. Tra i beni più richiesti dai clienti vi sono i frigoriferi. Abu allora ha iniziato a recupe- rarli da un italiano che effettua sgomberi, e che rivende a basso prezzo ciò che trova. Abu ri- vende i frigoriferi al triplo del prezzo, riuscendo così ad avere un margine di guadagno che lo aiuta a vivere. Il piccolo commer- cio del giovane ha un effetto po- sitivo sull’economia della sua fa- miglia: la sorella rivende i beni, mentre la madre prepara e vende ghiaccioli alla frutta, che conserva in un grande frigorifero speditole dal figlio. Sebbene scelga quelli più nuovi e funzio- nanti, Abu non effettua nessun test di funzionamento, e come questi vengano spediti, nem- meno lui lo sa bene, è un suo so- cio a occuparsi della documenta- zione. Forse, il motivo di quella certifi- cazione, costosa e insostenibile per chi vorrebbe solo spedire oggetti con buone intenzioni, è chiara a chi lavora nelle grandi discariche a cielo aperto, come quella di Agbobloshie, nei sob- borghi di Accra, capitale del Ghana. Lì, ogni giorno, uomini, donne e bambini bruciano appa- recchiature di ogni genere per estrarre a mani nude rame, ferro, metalli di valore e guadagnarsi così la giornata. TUTTI IN DISCARICA Mike Anane, giornalista ambien- tale, vive ad Accra e, da vent’anni, si occupa di documen- tare la tremenda situazione in cui versano i territori delle discari- che e loro suoi abitanti. In questi luoghi vi è un’altissima incidenza di malattie respiratorie, della pelle e tumori. L’esposizione a fumi nocivi e tossici porta le per- sone a non respirare più, a non riuscire a dormire la notte. «In questi vent’anni, le persone sono diventate più consapevoli - dice Mike -, ma l’arrivo di rifiuti elettronici non si è mai fermato, nonostante le diverse conven- zioni e regole che ne impedireb- bero la spedizione. Ricevere un frigorifero che potrebbe smet- tere di funzionare in breve tempo è problematico laddove non vi sono infrastrutture adatte a un consono trattamento e smaltimento». Mike è categorico: «Per impedire che questo in- ferno continui a bruciare, i paesi dell’Occidente devono rispettare gli accordi, effettuare i controlli e smaltire i beni che non funzio- nano all’origine». Le persone da noi incontrate non hanno intenzione di spedire beni non funzionanti, ma solo far arrivare alle proprie famiglie og- getti di qualità, ai quali non avrebbero accesso altrimenti. D’altra parte, il traffico illecito di rifiuti, spesso gestito dalle eco- mafie, è un fenomeno che pro- voca grossi problemi ambientali e sociali in Africa e che va com- battuto con fermezza. Come co- niugare la volontà di offrire un’opportunità migliore ai propri familiari, con la sostenibilità? Un sistema che agevoli la certifica- zione del funzionamento dei beni usati, prima della loro par- tenza - evitando dunque che si trasportino rifiuti - che sia sem- plice ed economicamente acces- sibile agli immigrati, potrebbe essere un primo passo per ren- dere le esportazioni più traspa- renti. Inoltre, vi è la necessità di un sistema in Italia che si preoc- cupi di agevolare pratiche di va- lorizzazione di beni già esistenti e prepararli al loro riutilizzo e commercializzazione. Martina Ferlisi Sarika Strobbe Amarilli Varesio * ITALIA AFRICA " Ad Accra, l’arrivo dei rifiuti elettronici non si è mai fermato. 14 marzo 2021 MC L E AUTRICI M ARTINA F ERLISI , ama scrivere, studia economia. S ARIKA S TROBBE , artista, studia antropologia. A MARILLI V ARESIO , cantautrice, studia antropologia. Le foto del servizio sono delle tre autrici e di M ARTA L OMBARDELLI , videomaker. Sono state finaliste della nona edizione del premio Morrione 2020, per la categoria video inchiesta con «Un’altra rotta». Qui il trailer: www.premiorobertomorrione.it/i nchieste/unaltra-rotta/
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