Missioni Consolata - Marzo 2021
chi nel container in modo da non lasciare neanche una fessura li- bera. Alcuni, vedendoci arrivare, mostrano un po’ di diffidenza, non sembrano contenti della no- stra visita. Ci fermiamo pochi mi- nuti, giusto il tempo per vedere alcuni pneumatici usati ammuc- chiati. Probabilmente non è an- cora ben chiaro a tutti quali sono gli oggetti la cui esportazione è vietata dalla Convenzione di Ba- silea del 1992. Per via di questa convenzione ri- sulta molto difficile esportare, per esempio, gli oggetti elettro- nici. «Le apparecchiature elettro- niche di seconda mano, possono essere esportate a condizione che abbiano la certificazione di funzionalità», ci spiegherà Flo- rindo Iervolino, responsabile della dogana di Genova. In po- che parole, è necessario che un tecnico compia dei test sull’elet- trodomestico e certifichi il suo funzionamento o la possibilità di ripararlo. Ma questa operazione costa circa 60 euro. Lo stratagemma usato dagli spe- dizionieri africani è quello di non dichiarare il materiale che neces- siterebbe di certificazione. Inol- tre, i beni vengono spediti con la dicitura «effetti personali o mas- serizie», che però dovrebbe es- sere al seguito di una persona che trasloca. Questo genere di spedizioni viene sottoposta a forme di controllo minori in do- ghiaccio lungo le strade accal- date delle capitali africane. Con un investimento modesto, si atti- vano piccole economie locali. Non prima di aver ricevuto un bacio da parte di Nanà, usciamo di casa per andare con Yusuf nel luogo in cui i suoi collaboratori stanno caricando un container. DENTRO AL CONTAINER Ci inoltriamo lungo una stradina immersa nel bosco punteggiata da sedie di plastica malridotte usate da prostitute con lo sguardo cupo. Sotto nubi dense, finiamo nel cortile di un grande capannone dove troneggiano cinque container aperti e monta- gne di oggetti ben incellofanati e accatastati, con i nomi dei pro- prietari accuratamente scritti so- pra. Questa è la condizione ne- cessaria per evitare che, in caso di apertura del container, i doga- nieri pensino che il carico sia de- stinato al traffico di rifiuti. Con grande maestria, da ore, quattro uomini stanno incastrando i pac- gana, e non permette di espor- tare e commerciare, ma solo di traslocare i propri beni. (questo è uno dei dettagli che indica che è una pratica illecita). L’ambiguità si gioca sul fatto che i beni presenti nei container sono di varia natura: oltre a quelli destinati esplicitamente alla rivendita in negozi dell’usato europeo che possono essere definiti merci, ci sono beni inviati come aiuto alle proprie famiglie, oppure spediti su richiesta: cioè oggetti già proprietà del destina- tario al momento della spedi- zione e che quindi non rientrano in un vero e proprio commercio. PICCOLI COMMERCI Il recupero dei beni, lo stoccag- gio, l’organizzazione del contai- ner richiedono fatica, pazienza e una capacità logistica non indif- ferenti. La motivazione che anima questo lavoro è la consa- pevolezza di poter dare ad altri e a se stessi delle nuove opportu- nità economiche. Abu ha 26 anni ed è arrivato in Italia 5 anni fa. Perdiverso tempo ha lavorato come rider, senza coperture assicurative. Nei week end vendeva e comprava vestiti ai mercatini dell’usato, e con il tempo è riuscito, assieme ad al- tri, ad affittare un container e a spedire beni di vario genere alla sorella in Gambia, permetten- dole così di aprire un negozio A MC 13 marzo 2021 MC
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