Missioni Consolata - Marzo 2021

A CORTE, DALLA REGINA Nanà, alcuni giorni dopo la mani- festazione di Genova, ci accoglie nel salotto di casa sua a Como dove vive da ormai 22 anni. Ha indossato per noi gli abiti e i gioielli tradizionali, quelli delle cerimonie ufficiali nelle quali ri- veste il suo ruolo di regina. Un turbante dorato le copre il capo, e un grande tessuto bianco de- corato con melograni d’oro le cade morbido sulla spalla sini- stra. A ciascun polso indossa tre bracciali d’oro, e per ogni mano tre grandi anelli, anch’essi d’oro. Sono abiti che un tempo erano esclusivi dei reali ma che ora vengono utilizzati anche nei ma- trimoni della gente comune. In passato questi gioielli erano d’oro vero, oggi non più. Questo significa essere regina in Ghana oggi: vestiti importanti da indos- sare, ma che non portano nes- suna ricchezza materiale, solo responsabilità. Nanà ci racconta che dopo es- sere stata nominata regina nel 2016 non le è stato dato nulla se non qualche appezzamento di terra e il rispetto, quello sì, di grandi e piccoli. «Quando sei re- gina devi lavorare per il tuo po- polo, devi creare qualcosa per il tuo popolo», ci dice. Il suo sogno è infatti quello di costruire, per mezzo della sua fondazione, una scuola tecnica e una clinica per donne incinte, per creare com- petenze, posti di lavoro e sicu- rezza sociale. Nanà non è sempre stata una re- gina e la sua vita in Italia non è stata sempre facile. Arrivata a Palermo molto giovane, è stata costretta a cambiare più volte città e lavoro. Ha iniziato come parrucchiera, e dopo aver otte- nuto il diploma Asa (ausiliario so- cio assistenziale, ndr ), si è dedi- cata alla cura degli anziani. Nanà sostiene che siano i loro rac- conti, i loro ricordi, che lei defini- sce la sua vera «università di vita», ad averle fatto maturare l’esperienza giusta, per farle af- frontare con forza e consapevo- lezza anche i momenti più diffi- cili. Sa bene infatti che solo il confronto e il dialogo potranno aiutare il cambiamento. Grazie all’incontro tra gli spedi- zionieri ghanesi e i funzionari delle dogane, la situazione è stata chiarita: il blocco era stato causato da irregolarità nel carico dei container. I controlli avevano fatto emergere la presenza di merci come bombole, batterie usate, motori di frigoriferi, che, secondo le leggi e le conven- zioni internazionali come quella di Basilea, non possono essere spediti, perché considerati rifiuti pericolosi e altamente inquinanti. Nanà ci racconta che in Ghana si trovano principalmente prodotti di origine della madre, ha rice- vuto il titolo onorifico e tradizio- nale di regina. Un riconosci- mento che le fa sentire la re- sponsabilità di rappresentare il suo popolo, di sostenerlo nelle sue battaglie anche in Italia, con tutta la sua grinta e determina- zione. Il blocco dei container rappre- senta un grande problema per la comunità ghanese, dentro di essi, infatti, ci sono generi ali- mentari, vestiti, macchine, beni di ogni tipo che gli immigrati rac- colgono e spediscono ai loro fa- miliari e soci. La stessa Nanà spiega di avere una fondazione a Dormaa Ahenkro, grazie alla quale aiuta bambini di strada e vedove. Per questo è per lei im- portante che il suo container ar- rivi a destinazione. Dopo dieci giorni di fermo del container al porto, inoltre, viene richiesto il pagamento di 130 euro al giorno a chi spedisce. A seguito della manifestazione, i funzionari della direzione interre- gionale di Liguria, Piemonte e Valle d'Aosta dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, si sono resi disponibili a incontrare i gha- nesi che si occupano delle spe- dizioni, per spiegare loro le moti- vazioni del blocco, e soprattutto quali regole dovranno rispettare in futuro affinché non se ne ripe- tano altri. A MC Qui: prepara- zione di due container di ma- teriali usati da spedire in Ghana. A sinistra: una nave porta container in par- tenza dal porto di Genova. * * 11 marzo 2021 MC Migranti | Riciclo | Reddito famigliare | Rifiuti tecnologici

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=