Missioni Consolata - Dicembre 2020

I giovani più colpiti dall’e- sperienza della pandemia sono quelli più fragili, quelli che magari, dietro a loro, non hanno delle famiglie che li sostengano, quelli «di strada», che vivevano in modo precario già prima, e che adesso si tro- vano nella miseria: si tratta di giovani di varie provenienze e che hanno alle spalle un arduo percorso di vita. GIOVANI IN DIFFICOLTÀ Questa categoria di giovani ha occupato buona parte delle no- stre energie in questi ultimi mesi segnati dalla pandemia. Occupano i pensieri e le risorse, occupano il tempo e la rifles- sione. Un’attività quotidiana, quindi, fatta di accoglienza, di ascolto, di aiuto concreto, di impegno per assicurare i loro diritti e assi- A tu per tu Nella parrocchia tori- nese di Maria speranza nostra, nel quartiere multietnico di Barriera di Milano, la pandemia ha inasprito le difficoltà, già grandi, di molte fa- miglie e giovani. L’oratorio ha tentato di porre una «toppa» grazie alle attività estive, proposte in forma ridotta, ma con l’entusiasmo di sempre. stenza da parte delle istituzioni. Ci sono pure i giovani con fami- glie difficili che hanno avuto un’esperienza traumatica du- rante il periodo del lockdown: li- tigi, silenzi, e fughe dalle fami- glie stesse. Questa esperienza della pande- mia, ci ha fatto vivere, e sopra- tutto ci ha insegnato, che la pa- storale giovanile non è fatta solo di attività programmate, espe- rienze forti e impegnative, e di momenti di condivisione, ma an- che, e in certi momenti, soprat- tutto, di cura delle persone, del loro vissuto, di accompagna- mento. PICCOLI NUMERI, GRANDE ATTENZIONE Certo, anche alcune delle atti- vità un po’ più «ordinarie», le ab- biamo fatte: tra esse l’estate ra- gazzi. Missione & Missioni 70 amico dicembre 2020 MC © Af.MC Le preoccupazioni, anche in questo caso, non sono mancate, soprattutto a livello organizza- tivo per la quantità di lavoro bu- rocratico e le attenzioni che bi- sognava prestare, ma il Signore è stato con noi e, nonostante tutto, la gioia sul volto dei bam- bini, dei giovani e delle famiglie, è stata il segno visibile della gra- zia. Il centro estivo quest’anno ci ha fatto vivere un altro aspetto im- portante della pastorale giova- nile e dei fanciulli, quello dell’at- tenzione alla persona. I numeri limitati per gli spazi e anche per le regole precise dateci dalle istituzioni, ci hanno dato l’occa- sione di conoscere e seguire più da vicino i bambini e i giovani, cosa che di solito, a causa dei numeri elevati, è più scarsa, nonostante le buone intenzioni. Il fatto stesso di avere, per così dire, osato fare l’estate ragazzi, è stato apprezzato dalle famiglie come una forma di vicinanza e attenzione al loro vissuto, sopra- tutto subito dopo il periodo della chiusura forzata. È stata, per i bambini, le famiglie e i giovani una bella boccata d’aria. Anche questa è stata un’oppor- tunità e un insegnamento da cu- stodire. Nicholas Mutoka

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