Missioni Consolata - Dicembre 2020
Quali sono le sfide missiona- rie principali di questo paese? «La sfida principale è quella di spiegare ai cristiani che c’è una missione da svolgere anche in Italia. Questo perché per molti, che hanno una visione tradizio- nale, la missione è quella di an- dare fuori dall’Italia verso altri mondi. Pertanto, la domanda po- sta da molti a me è: “Perché sei qui?”». Che lavoro stai svolgendo oggi? «Faccio parte di un’équipe di pa- storale giovanile nel nostro Cen- tro di animazione. Accompagno anche i gruppi missionari dei no- stri decanati di Oggiono e Mis- saglia della diocesi di Milano. Inoltre, sono vicario parrocchiale della comunità pastorale delle nostre parrocchie di Bevera, Barzago e Bulciago». Qual è la difficoltà più grande che incontri? «Nella missione non si parla delle difficoltà, ma delle sfide. Detto questo, una delle princi- pali sfide della mia missione in Italia è l’incontro con una cultura e una mentalità diverse dalle mie, e comprendere come posso andare incontro alle aspettative della gente supe- rando i reciproci pregiudizi». Qual è la soddisfazione più grande? «La gioia della missione sta nel vivere e sperimentare l’acco- glienza, quando mi sento com- preso e apprezzato». Puoi raccontare un episodio significativo della tua vita missionaria? «La gioia del sentirmi accolto, compreso e apprezzato, la spe- rimento negli incontri con i gio- vani che illuminano le mie gior- nate, che sono sempre pronti a rispondere alle varie iniziative che proponiamo. Quando sia i giovani che gli adulti si confidano con noi e condividono le gioie e le sfide della loro vita, è davvero appa- gante esercitare il ministero dell’ascolto e della guarigione interiore, nel cammino dell’ac- compagnamento spirituale». Quali sono, secondo te, le grandi sfide della missione del futuro? «Rispondere in modo adeguato alle necessità e alle attese quoti- diane dei giovani di oggi. Essere capaci di cambiare i percorsi, i modi per accompagnarli a iden- tificarsi con la missione di Cristo oggi. Lasciare che i giovani fac- ciano da guide nella trasmis- sione della fede». In concreto, come pensi di affrontarle nel tuo ambiente, con la gente con cui lavori? «Il rimedio alle sfide che dob- biamo affrontare è il dialogo e il coinvolgimento dei giovani per- ché siano protagonisti di ogni iniziativa. Essi possiedono e ab- bracciano nuove esperienze missionarie nel vivere la fede». Che cosa possiamo offrire al mondo come missionari della Consolata? «La speranza di un domani mi- gliore per i millennials che vi- vono in un costante stato d’an- sia e stanno rapidamente per- dendo la speranza su come miti- gare e soddisfare le esigenze della società attuale». Quali sono le nostre ric- chezze che possiamo condi- videre con gli altri? «L’energia nella vita della gio- ventù, la fede e la gioia nell’e- sperienza di Cristo». A partire dal tuo contesto, che cosa dovremmo fare, se- condo te, per avere più im- patto nel mondo giovanile? «Lasciamo che lo Spirito operi in noi e apra la nuova frontiera del- l’evangelizzazione. Non dob- biamo avere paura di sperimen- tare, di essere il cambiamento che vogliamo». Durante queste interviste chiediamo sempre di sugge- rirci uno slogan da proporre a tutti i giovani che si avvici- nano ai nostri centri missio- nari. Che frase, slogan, cita- zione proporresti, e perché? «Io credo che l’esperienza di tutti i giovani che frequentano i nostri centri di animazione mis- sionaria sia la ricerca della verità nel Signore. Una ricerca che fa andare da Lui per chiedergli: “Maestro, dove abiti?”, e che fa nescere da Gesù la risposta: “Vieni e seguimi!”. Seguire Gesù senza riserve, per- ché Lui ci è venuto incontro e ci ha riconosciuti. Seguirlo senza garanzie o vie di fuga, senza no- stalgie e senza indecisioni per scelte ancora da fare è, secondo me, la risposta alla ricerca di senso». Luca Lorusso 67 dicembre 2020 amico MC AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT © Af.MC
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=