Missioni Consolata - Dicembre 2020

rantita esclusivamente dal lavoro straordinario svolto dalle Ong e dai volontari, che si sono fatti in quattro per portare viveri, acqua e beni di prima necessità. IL NUOVO CAMPO PRIGIONE Tutto quello che ha fatto l’Eu- ropa è stato di dare soldi alla Grecia per costruire un nuovo campo ( foto 6 ). I migranti sono poi stati lasciati privi di cibo e riparo per una set- timana, per costringerli a entrare nel nuovo campo. In quei giorni ho assistito personalmente a dia- loghi tra funzionari greci e mi- granti in cui i primi esortano i se- condi a prepararsi per entrare nel nuovo campo. Ma questi ul- timi rispondono di no, che non volgliono essere rinchiusi in un nuovo campo prigione. Tutte le mattine ci sono manife- stazioni, con in testa centinaia di bambini, che fanno la spola tra un blocco e l’altro della polizia, urlando «Asadi» ( libertà in lingua farsi), « We don’t go in the new camp » e « Freedom » ( foto 7 ). Davanti al rifiuto della gente, i funzionari cercano di convincerla che solo nel nuovo campo di Kara Tepe troverà ristoro, tende, farmaci e WiFi. Dai migranti an- cora risposta negativa. Alla se- conda risposta negativa, dato che i migranti mostrano di fidarsi più dei volontari e dei giornalisti che dei poliziotti e funzionari greci, questi provano a convin- cerli che il governo vuole solo il loro bene, mentre Ong e giornali vogliono solo usarli. Infine, visto che con le buone non ottengono niente, iniziano a minacciare: «O entrate nel campo o la vostra richiesta di asilo non verrà processata». Il giorno successivo, dopo aver sigillato l’area tenendo fuori tutti, in primis i giornalisti, viene messo in atto un vero e proprio rastrellamento. Ingenti forze di polizia in tenuta anti sommossa armate fino ai denti, passano lentamente intimando ai migranti di recarsi nel nuovo campo. Le persone a questo punto cedono e formano code interminabili per la registrazione. È vietato acce- dere con cinture, accendini e qualsiasi tipo di oggetto appun- tito, come in galera. Il nuovo campo di Kara Tepe viene riempito da circa 10mila «ospiti». Sorge in un’area in riva al mare, già zona militare conta- minata da residui bellici e pallot- tole inesplose, certo luogo non ideale per le migliaia di bimbi che in quella terra giocano. L’area è nota per essere molto fredda e piovosa nella brutta stagione. Le famiglie sono ammassate in grossi tendoni in plastica, caldi in estate e freddi in inverno. Due- cento in ogni tenda su letti a ca- * 62 dicembre 2020 MC stello, contro ogni regola anti Covid. I bagni sono in tutto venti. L’unica buona notizia è che gli abitanti potranno uscire dalle 8.00 alle 20.00, con obbligo di rientro. Almeno per ora. Spero di sbagliarmi ma il mio presentimento è che con gli ine- vitabili casi di Covid positivi, il campo sarà presto sigillato. Rientrato in Italia, il 23 settembre apprendo alla radio che è stata approvata la bozza per il nuovo «Patto di solidarietà» sul tema migranti: verranno stanziati dal- l’Europa più soldi per i paesi pe- riferici come Italia e Grecia e sa- ranno finanziati e agevolati i rim- patri forzati. Solidarietà tra i paesi europei nel cacciare i poveracci, non solida- rietà verso gli esseri umani. Alcuni amici afghani mi infor- mano che, come era prevedibile, le prime piogge autunnali hanno completamente inondato il campo e le tende, che il cibo è scarso e di pessima qualità, e che si fanno code in continua- zione, per mangiare, per uscire e rientrare al campo, per andare in bagno. Moria è bruciata, cambierà qual- cosa per i migranti? No, anzi, sì. Sarà ancora più duro per loro richiedere asilo ad una «fortezza» Europa sempre più ar- roccata e solidale solo con i pro- pri interessi economici e con la protezione dei propri confini. Alberto Sachero 6 7

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