Missioni Consolata - Dicembre 2020

* GRECIA rivassero in città. Sulla strada che collega Mytilini e Moria, con dei bus messi di traverso, sono stati creati due blocchi, distanti circa 1,5 Km tra di loro, in modo da intrappolare le persone nella strada e non farle muovere. Sono stati chiusi i supermercati, ufficialmente per ragioni di sicu- rezza, in realtà per mettere in dif- ficoltà i migranti e non permet- tere loro di acquistare cibo e ac- qua per sopravvivere. I fuggiasci da Moria si sono co- struiti ripari di fortuna, con teli, rami e paglia. Li hanno piazzati sui marciapiedi della strada, nei parcheggi dei supermercati chiusi, nei boschi adiacenti, so- pra i tetti, in resti fatiscenti di vec- chie costruzioni e sotto tir par- cheggiati ( foto 5 ). Tutto ciò con temperature sopra i 30 gradi. Il governo greco, col benestare dell’Europa, non ha mosso un dito per assisterli, si è limitato a costruire in fretta e furia un altro campo per rinchiuderli il più ve- locemente possibile e renderli nuovamente invisibili. Molte Ong sono così arrivate sul- l’isola e moltissimi giovani volon- tari indipendenti hanno portato il loro sostegno da tutta Europa. Mancavano solamente le istitu- zioni. Osteggiati dalla polizia greca, che spesso non li faceva accedere all’area o li faceva at- tendere ore al di fuori, hanno portato cibo, acqua, vestiti e me- migliaia di bambini ovunque. Si stima che siano circa 13mila per- sone di cui 4mila sotto i 18 anni, tantissimi molto piccoli o addirit- tura neonati ( foto 4 ). PROTEZIONE NEGATA Inizio a parlare con la gente. Un ragazzo mi dice che circa l’80% di loro proviene dall’Afghanistan, un paese distrutto dalla guerra, dai Talebani, dai Daesh, dall’inter- vento statunitense, dai continui attentati. Mi dice in perfetto in- glese: «Sono scappato, non avevo altra scelta, e ora devo arri- vare in Europa, indietro non posso tornare, mi uccidereb- bero». Ci sono anche Iraniani, Ira- cheni, Somali, Yemeniti, tutte per- sone che fuggono da guerra per- secuzione o povertà, che avreb- bero il sacrosanto diritto di chie- dere protezione e accoglienza. Una madre, con in braccio due bimbi, mi dice: «Uno è mio, ha 60 MC 2 3 dicinali a 13mila migranti. Questi, con una calma incredibile, hanno formato code lunghe più di un chilometro aspettando fino a due ore sotto il sole cocente, per assicurarsi un pasto o qualche bottiglia di acqua ( foto 3 ). CONDIZIONI DISUMANE Mi dirigo verso la zona a circa due chilometri a Nord della città di Mytilini con Sia, una volontaria greca che deve portare dei far- maci a una donna afghana. La polizia non ci permette di en- trare. Dobbiamo fare un lungo giro sulla collina per aggirare gli altri due posti di blocco e final- mente, dopo un’ora di cammino, giungiamo sul posto. L’impatto visivo è molto forte: migliaia di persone sistemate in accampa- menti di fortuna, buttate per terra in condizioni disumane; in- terminabili code per il cibo; uo- mini, donne, qualche anziano e

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