Missioni Consolata - Dicembre 2020

Creemos (14%). La presidenta de facto Jeanine Áñez e Carlos Mesa hanno subito riconosciuto la vittoria di Arce e del Mas. Cosa che non è avvenuta con Camacho, il leader dell’estrema destra separatista. È facile pre- vedere che da quest’ultimo arri- veranno i maggiori problemi per il nuovo presidente e il suo go- verno. Subito dopo la vittoria, il vinci- tore aveva scritto un tweet so- brio e distensivo: «Siamo molto grati per il sostegno e la fiducia del popolo boliviano. Recupe- riamo la democrazia e riacquiste- remo stabilità e pace sociale. Uniti, con dignità e sovranità». * BOLIVIA GLI ANNI DI EVO MORALES I boliviani - 11 milioni di persone di cui circa il 60 per cento indi- geni (Aymara, Quechua e altre 34 etnie minori) - hanno scelto la continuità con i quasi 14 anni (gennaio 2006 - novembre 2019) di governo di Evo Morales, il primo indigeno eletto presi- dente. I meriti di Evo Morales sono in- dubitabili, a iniziare dal riscatto e dall’inclusione sociale dei popoli indigeni. Con lui questi ultimi hanno riconquistato dignità e or- goglio, pure sulla scia delle tu- tele introdotte dalla nuova carta costituzionale, in vigore dal feb- braio 2009. Anche in campo economico i risultati raggiunti sono stati estremamente lusin- ghieri. È altrettanto certo che Evo Mora- les abbia commesso alcuni er- rori: sul tema della coltivazione della foglia di coca, sul parco na- zionale del Tipnis, sulla gestione dell’Amazzonia boliviana. Proba- bilmente, il suo sbaglio più grande è stato però quello di for- zare la mano per un nuovo man- dato presidenziale (sarebbe stato il quarto). Detto questo, il golpe contro di lui del novembre 2019 e il (pessimo) governo de facto che ne è seguito non © Daniel Walker / AFP " Alle elezioni del 18 ottobre 2020, l’estre- mista bianco Luis Fernando Camacho si è piazzato terzo. hanno avuto nulla a che vedere con la democrazia. In questo momento, l’ex presi- dente, rientrato in patria dopo l’esilio prima in Messico poi in Argentina, ha sulle spalle una se- rie impressionante di accuse: dal terrorismo fino alla pedofilia e allo stupro. A tal punto che an- che l’organizzazione Human ri- ghts watch, pur non lesinando critiche ai suoi anni di governo, nel rapporto «La giustizia come arma» (dell’11 settembre 2020) non ha esitato a etichettare come persecutorie e politiciz- zate le iniziative giudiziarie con- tro di lui. Dopo la vittoria elettorale del 18 ottobre, ci si interroga su un eventuale ruolo politico di Mora- les. Tuttavia, se è vero che l’ago della storia boliviana non si è spostato a destra e il Mas è tor- nato centrale, è altrettando vero che oggi i protagonisti sono altri. L’OGGI DI LUIS ARCE Il nuovo presidente è Luis Arce, nato a La Paz nel 1963 da una fa- miglia di insegnanti. Economista, Arce è stato funzionario pub- blico, professore universitario e soprattutto ministro dell’econo- mia sotto Evo Morales. Durante il suo lungo operato come ministro 52 MC

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