Missioni Consolata - Dicembre 2020

ossier Qui: uno scorcio del paesaggio che si può ammirare da Rosbella. | Un altro scorcio di quello che si può trovare nel piccolo borgo a mille metri d’altitudine. amabili, molto delicati, molto rispettosi dei ri- spettivi spazi, ma anche molto coinvolgenti. Loro erano contenti che ci fossimo noi qui sopra, si sentivano protetti, non si sentivano soli. La con- vivenza è stata proprio bella, una ricchezza enorme. Penso che una delle persone che ha beneficiato di più di questa esperienza sia stata nostro figlio Davide, che non ha mai vissuto l’accoglienza come una cosa strana. Due persone diverse, con un modo di fare diverso, con una lingua diversa sono entrate dentro la sua famiglia in modo na- turale: sono semplicemente arrivate, e basta. Secondo me, la rivoluzione che possiamo fare attraverso l’accoglienza, è far vivere ai nostri bimbi, giovani, ragazzi, questa cosa come nor- male: non un’emergenza, un’esperienza eccezio- nale, un far fronte all’ondata che arriva; non una cosa eccezionale, super, per persone in gamba, ma una cosa normale. Per la nostra famiglia è stato bello, e continuo a dire: vale la pena farlo». Luca Lorusso Come fratelli A gennaio 2019, Farid ha trovato un lavoro in un’azienda agricola difficile da raggiungere da Rosbella. La coppia ha quindi cercato, con l’aiuto del gruppo, una casa a Cuneo. «Lì era tutto più facile: fare la spesa, muoversi… e sono diventati autonomi su molte cose». Finito il contratto di lavoro di un anno, Farid ha fatto poi diversi altri lavoretti. Ora è in prova per un’azienda di serramenti dalle parti di Mondovì, dove il gruppo li ha aiutati a trovare un’altra casa in affitto. «Adesso sono completamente auto- nomi, e pagano tutto loro. Poi Amira è rimasta incinta di due gemelli che sono nati a maggio, e questa è stata un’altra tappa importante del loro percorso per ritrovare la serenità». Nonostante le difficoltà della lingua, spesso af- frontate attraverso Google translate , Giorgio rac- conta del bel clima che si era creato con Amira e Farid quando vivevano a Rosbella. Una bella re- lazione che tutt’ora continua. «Alla fine, il gruppo è diventato una famiglia. Lei, per esempio, si confida molto con una delle maestre d’italiano. E lui si confida con Guardini, l’amico originario del Marocco. Per Amira e Farid, noi siamo la loro famiglia: ci chiamano fratelli e sorelle. Ed è proprio così, nel senso che ci trat- tano così. Per noi è stata un po’ la realizzazione della convivenza che avevamo cercato quando siamo venuti qui nel 2005. È stato un bel trauma quando se ne sono andati. Poi loro sono proprio È stato un bel trauma quando se ne sono andati. La convivenza è stata proprio bella, una ricchezza enorme. “ 44 dicembre 2020

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