Missioni Consolata - Dicembre 2020
parlare, ci dissero il nome dell’i- sola e tante altre cose di cui non capimmo nulla», scriveva Pietro Querini nel suo diario, e ancora oggi quell’antica ospitalità viene tenuta in vita. Oltra alla stele di Sandøya sull’i- sola di Røst esiste un piccolo ri- storante che è anche il punto di ritrovo della comunità: è il Que- rini Pub. Gestito da Anna Cecilie, pro- pone ricette locali e rivisitazioni del piatto più importante di que- ste parti: lo stoccafisso. SVOLVAER, HENNINGSVAER E LE ALTRE La tradizione della pesca al mer- luzzo però, non fa parte solo del retaggio culturale della piccola isola di Røst. Anche isole come Svolvaer, Henningsvaer, Leknes, seppure più conosciute come meta turi- stiche, hanno una fortissima sto- ria legata al merluzzo. L’economia di tutto l’arcipelago è strettamente legata alla pesca e ci sono luoghi come Ballstad, non lontano da Leknes, che sono essenzialmente villaggi di pescatori. Le tipiche casette rosse co- struite a ridosso della costa, chiamate rorbuer , sono nate come abitazioni dei pescatori norvegesi. Tradizionalmente spartane, ospitavano gli uomini che ormeggiavano la propria barca lungo i porti delle Lofoten. Oggi molti rorbuer accolgono turisti e sono diventate luoghi esclusivi, dai quali è possibile ammirare non solo la bellezza della natura, che pure in questi luoghi domina, ma anche l’andi- rivieni dei pescatori che ogni mattina, dalle quattro e mezza in avanti, salpano dal porto verso il mare aperto. LA VITA E I RITMI DELLA NATURA Hemingway nel suo «Il vecchio e il mare» scriveva: «Chiunque sa fare il pescatore di maggio». E viene proprio da pensarlo qui, oltre il Circolo Polare Artico, dove la natura domina ed è l’uomo a doversi adattare a lei e non viceversa. Se è pur vero che i moderni sistemi di naviga- zione hanno ridotto di molto i ri- schi, è altrettanto vero che i mari del Nord sono particolar- mente difficili da navigare. Ca- pita talvolta, specialmente tra gennaio e aprile, i mesi durante i quali lentamente la luce fa ca- polino dopo la «blue season» (una stagione dell’anno dove la luce del sole è solo un tenue bagliore blu all’orizzonte), che in una giornata si arrivi a vivere quattro stagioni: il vento infatti, può cambiare nel giro di pochi secondi e un cielo azzurro e terso può trasformarsi in un «muro» di neve che rende im- possibile definire l’orizzonte. Se è vero che il gps aiuta a trovare la rotta, è anche vero che biso- gna conoscere a menadito «le strade del mare», i fondali bassi, le rocce che con gli strani giochi di luce e le maree scompaiono alla vista e rischiano di far inca- gliare le barche. Si esce in mare ogni giorno da queste parti, con qualsiasi con- dizione climatica: quello della pesca resta un mestiere perico- loso, e lo sa bene Havard, un giovane pescatore la cui barca porta il nome del nonno, Åge Steinar. Quando lo incontro, mi racconta dell’incidente di pesca che fu fa- tale per il nonno, esperto pesca- * NORVEGIA 26 dicembre 2020rzo 2020 MC " Fino a una ventina di anni fa, si diceva che le donne in barca portassero sfortuna.
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