Missioni Consolata - Novembre 2020
ging in polistirolo o plastica, ad abiti in fibra naturale e a calza- ture in pelle e cuoio. È inoltre di fondamentale importanza edu- care i nostri ragazzi ad un mi- nore consumo di plastica. Solo scegliendo prodotti alternativi si parte inesplorati). Sicuramente ciascuno di noi può fare la sua parte, a cominciare dalle scelte che facciamo al momento del- l’acquisto, dando la preferenza a prodotti in altro materiale, a cibi venduti sfusi, senza packa- MC R 65 novembre 2020 MC può influenzare il mercato e, di conseguenza, la produzione della plastica. Rosanna Novara Topino (Fine) *la prima parte è in MC aprile 2020 L a riapertura delle scuole in tempo di Covid ha portato il ministero dell’Istruzione alla decisione di imporre l’uso a tutti - docenti, operatori scolastici e studenti - delle masche- rine chirurgiche MONOUSO , per la massima tu- tela, secondo gli esperti del Comitato tecnico scientifico incaricato dallo stesso ministero, della salute di tutti coloro che si trovano nel- l’ambiente scolastico. In pratica, ogni istituto scolastico dovrà fornire giornalmente una ma- scherina chirurgica monouso a tutti. Secondo tale piano si dovrà giungere a una fornitura quotidiana di 11 milioni di mascherine chirurgi- che per tutte le scuole italiane. Perché la scelta della mascherina chirurgica usa e getta? Secondo gli esperti del Comitato tec- nico, perché la mascherina chirurgica è certifi- cata in base alla sua capacità di filtraggio e ri- sponde alle caratteristiche richieste dalla norma Uni En Iso 14683 - 2019, per quanto riguarda la capacità di barriera contro i microbi di ogni tipo. Le mascherine di stoffa lavabili e ricicla- bili, nella maggior parte dei casi non rispon- dono a tale norma. In realtà però esistono in commercio anche mascherine riutilizzabili e certificate, le cui prestazioni sono del tutto ana- loghe a quelle delle mascherine chirurgiche. Sa- rebbe sufficiente cambiare tipo di fornitura. Gli esperti del comitato tecnico non hanno te- nuto conto del fatto che 11 milioni di mascherine usa e getta giornaliere corrispondono a 44 TON - NELLATE DI RIFIUTI IN PIÙ da smaltire mediante ince- nerimento, l’unico modo corretto di smalti- mento dei rifiuti sanitari. Siamo proprio sicuri che questa sia la migliore forma di tutela della salute? Anche perché le ma- scherine chirurgiche contengono sostanze pla- stiche, essendo realizzate in polipropilene o po- liestere (che costituiscono il « TESSUTO - NON TES - SUTO » o Tnt di cui sono fatte) e l’incenerimento delle materie plastiche è senza dubbio fonte di sostanze tossiche, come le diossine, che rappre- sentano un rischio certo per la salute pubblica, a differenza di quello potenziale da Coronavirus. Tutto ciò si aggiunge alla già elevata quantità di MASCHERINE E GUANTI MONOUSO ABBANDONATI per terra o in mare da persone che dimostrano in tal modo il loro grado di inciviltà. C’è poi da dire che non è corretto indossare la stessa mascherina chirurgica per più di quattro ore, altrimenti essa perde completamente la sua efficacia perciò, nelle scuole a tempo pieno dove la permanenza è di otto ore, ciascuno dovrebbe avere a disposizione un paio di mascherine al giorno. È evidente che tutto questo rappresenta UNA SPESA ENORME per le casse dello stato ed un peso enorme per l’ambiente, che si potrebbero evitare ricorrendo alle mascherine lavabili, che tra l’altro possono anche essere sterilizzate in casa mediante bollitura, mentre le chirurgiche non sono quasi mai sterili. Oltre a questo va detto che la scuola, che do- vrebbe insegnare ai ragazzi a rispettare l’am- biente, obbligandoli ad indossare le mascherine monouso, fa esattamente l’opposto. A conti fatti, questo PROVVEDIMENTO RISULTA ALTAMENTE DISEDUCA - TIVO . Anziché abituare i ragazzi al riuso e al rici- clo, per diminuire l’impronta ecologica, proprio la scuola li abitua a un inutile spreco di materie prime. R.N.T. L’incomprensibile ritorno dell’«usa e getta» Tonnellate di rifiuti sanitari © Leo2014 - Pixabay
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