Missioni Consolata - Novembre 2020
L a visione di ammassi di plastica galleggianti in acqua o dispersi per terra, solitamente su- scita più clamore di una forma d’inquinamento molto più insidiosa, quella da microplasti- che. La loro dispersione nell’am- biente è legata principalmente a due diverse fonti. Una è rappresentata dalla mani- fattura di prodotti plastici , che usa come materia prima piccoli granuli di resina chiamati «pel- lets», «nibs» e «microbeads». Questi ultimi possono essere di- spersi accidentalmente nell’am- biente durante il trasporto, a se- guito di un uso inappropriato dei materiali da imballaggio o per deflusso diretto dagli im- pianti di trasformazione. In se- guito al dilavamento dei terreni dovuto alle piogge, questi mate- riali possono finire negli ecosi- stemi acquatici. La seconda fonte sono i rifiuti in plastica abbandonati nell’am- biente e soggetti a vari tipi di degradazione: la fotodegrada- zione ad opera della radiazione solare; la biodegradazione com- piuta da organismi viventi, so- prattutto microbi; la degrada- zione termossidativa a tempera- tura modesta, quella termica ad alta temperatura e l’idrolisi do- vuta alla reazione con l’acqua. I principali composti chimici presenti nelle plastiche sono il polietilene, il polipropilene, il polistirene, il polietilene terefta- lato e il polivinilcloruro, costi- tuenti di oggetti come le botti- glie, le posate e le stoviglie di plastica, i contenitori per il cibo, le reti da pesca, le pellicole. MICRO E NANOPLASTICHE Poiché le microplastiche e le na- noplastiche a occhio nudo non le vediamo, siamo portati a con- siderarle come insignificanti, mentre in realtà sono molto più insidiose per la nostra salute delle plastiche di maggiori di- mensioni. Esse si trovano prati- camente ovunque nelle acque di ogni latitudine, sul terreno e nelle nevi in alta quota. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, è stata recentemente condotta (settembre 2019) una campagna di campionamenti delle nevi valdostane da parte dell’ European research institute (con la Cooperativa Erica e la società VdATralier). La ricerca ha evidenziato come ogni anno precipitino sulle montagne val- dostane, a causa degli eventi at- mosferici, 200 milioni di fram- menti di plastica (equivalenti a circa 25 Kg) di cui 80 milioni INQUINAMENTO MARINO, PROBLEMA PLANETARIO (seconda parte*) La plastica è nel nostro piatto Il problema più grave è quello non visibile a occhio nudo: le microplastiche. Ormai esse si trovano ovunque: nelle acque, nei terreni, nelle nevi ad alta quota. Nei prodotti d’igiene. E nel nostro cibo. MC R di Rosanna Novara Topino nostra madre terra UOMO, AMBIENTE, FUTURO © Vaidehi Shah
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