Missioni Consolata - Novembre 2020

buon fine - ci racconta l’abbé Diallo - questo perché il presi- dente scelto è un uomo integro, sincero, ho molta fiducia in lui. È un uomo che ha sempre rifiu- tato la corruzione, per cui è la persona giusta per lottare con- tro questa piaga che è uno dei principali problemi del governo appena rovesciato». EMBARGO E CRISI ECONOMICA Le sanzioni, imposte dalla Ce- deao, già dopo il primo mese, creano problemi economici: «Sentiamo già, a livello delle en- trate del fisco e delle dogane, un deficit a causa dell’embargo. Ma anche nel carrello della spesa delle famiglie, si vedono tanti prodotti che sono aumen- tati improvvisamente di prezzo, in particolare quelli che arrivano dall’estero. La giunta sta cer- cando di non trovarsi tra il mar- tello della Cedeao e l’incudine della popolazione, spingendo per ottenere l’annullamento o almeno l’allentamento delle sanzioni, affinché il clima sociale maliano non si degradi ulterior- mente con l’acuirsi della crisi economica». Nei giorni della no- mina del presidente, si stava realizzando nel paese la visita nance in Mali sono un dato di fatto. Ma resta comunque un mi- litare, anche se in pensione». Un militare travestito da civile, si potrebbe dire, che però non ha trovato ostacoli nella Cedeao, la quale apprezza anche il primo ministro (nominato dal presi- dente il 28 settembre) Moctar Ouane, un politico con carriera internazionale. I negoziati Cnsp - M5, portano alla creazione del governo il 5 ottobre. I militari ot- tengono quattro ministeri chiave (Difesa, Sicurezza, Amministra- zione territoriale e Riconcilia- zione). Non ci sono grossi nomi della politica e M5 ottiene tre ministeri (Comunicazione, Im- piego e Rifondazione). Agli ex gruppi ribelli ne vanno tre, men- tre in tutto le donne sono quat- tro. «Personalmente ho molta spe- ranza che la transizione vada a del mediatore della Cedeao, Goodluck Jonathan, già presi- dente della Nigeria. Jonathan è rimasto anche durante l’investi- tura, avvenuta con una breve cerimonia, del presidente di transizione Bah N’Daw. E que- sto è stato letto come un se- gnale positivo. Il 6 ottobre, vista anche la pub- blicazione della Carta di transi- zione che impedisce al vice pre- sidente di prendere il posto del presidente, la Cedeao annuncia la fine dell’embargo. Altre forze vive della nazione vogliono dire la loro sulla transi- zione. È il caso della Cma. «All’inizio, la Cma ha visto con favore l’arrivo della giunta, per- ché questi gruppi sono frustrati dalla mancata applicazione degli accordi di Algeri del 2015 (cfr. MC giugno 2017), totalmente di- sattesi e boicottati dal regime di Ibk. Questi non aveva né voglia né i mezzi per applicare gli ac- cordi. La Cma resta tuttavia molto prudente per vedere se la giunta si smarcherà da questo sistema e quale sarà l’avvenire degli accordi del 2015», ci dice il quadro dell’Ong. In effetti la Cma sta negoziando affinché l’applicazione degli ac- cordi sia inserita nella Carta di MC A A sinistra: militari maliani, in abiti civili entrano a Bamako il 18 ago- sto, acclamati dai manifestanti. Qui: Bah N’Daw, il presidente di transizione del Mali, il giorno del giuramento (25/09/2020). Sotto: manifestazione pro giunta. Il cartello dice: «Il popolo maliano ha preparato la salsa, e l’esercito repubblicano ha aggiunto un piz- zico di sale! Viva l’esercito». * * * Colpo di stato | Corruzione | Transizione | Crisi politica © AFP/ Michele Cattani 17 novembre 2020 MC

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