Missioni Consolata - Novembre 2020

mediche affrontate, tempo libero non goduto a causa delle malat- tie legate all’inquinamento - è pari a 4.600 miliardi all’anno, equivalente a circa il sei per cento del Pil mondiale. Guardando alla sola Europa, lo scorso settembre l’Agenzia euro- pea per l’ambiente (Eea) ha pub- blicato un rapporto - basato su dati 2012, i più recenti forniti dall’Oms - secondo il quale nel- l’Unione le morti dovute all’inqui- namento sono 630mila, di cui 400mila riconducibili all’inquina- mento dell’aria e dodicimila all’in- quinamento acustico. Inoltre, benché si tratti di ipotesi ancora in corso di verifica, diversi studi hanno evidenziato una cor- relazione fra l’inquinamento dell’aria - in particolare la pre- senza di inquinanti come il parti- colato (le polveri fini dette PM10 e PM2,5 ) - e l’aumento di infe- zioni e morti per Covid-19 @ . AMBIENTE E SANITÀ Per affrontare cambiamento cli- matico e inquinamento, dice- vamo sopra, sono necessarie de- cisioni politiche strutturali e dura- ture. Ma, insiste il rapporto Gcap, queste decisioni possono portare dei risultati solo se non ne ven- gono contemporaneamente prese altre che le annullano. Questo vale per tutti gli ambiti: dal commercio alla finanza, dalla sanità all’agricoltura, dalle migra- zioni alla giustizia intergenerazio- nale, e il rapporto dedica un capi- tolo a ciascuno di questi settori. Qui possiamo approfondirne solo alcuni. Rispetto alla coerenza delle poli- tiche nell’ambito sanitario, ad esempio, il rapporto richiama One Health (Una sola salute), un approccio che riconosce la rela- zione esistente tra salute umana, animale e ambientale. Un esempio - in negativo e da correggere - della relazione fra questi tre ambiti, è quello relativo alla resistenza agli antibiotici che, secondo le stime dell’Oms, è re- sponsabile a livello mondiale di 700mila morti all’anno, e po- trebbe provocare dieci milioni di vittime entro il 2050. Il fenomeno dell’antibiotico-resi- stenza (Amr, Antimicrobial resi- stance ) «ha cause molteplici, ma è legato in larghissima misura all’uso massiccio e improprio di antibiotici in medicina e veterina- ria, all’abuso di farmaci antibiotici per uso non medico negli alleva- menti intensivi, alla diffusione e dispersione nell’ambiente dei fi- tofarmaci usati nell’agricoltura in- dustriale e intensiva. Gli antibio- tici continuano a essere utilizzati in zootecnia per la crescita ra- pida degli animali e per la pre- venzione delle malattie, a fronte delle scarsissime condizioni di benessere vigenti nella maggior parte degli allevamenti intensivi, anziché essere prescritti per uso medico in caso di effettiva neces- sità. Queste pratiche scorrette, e ampiamente documentate, con- tribuiscono alla comparsa di bat- teri resistenti agli antimicrobici negli animali, che possono poi essere trasmessi all’uomo attra- verso la vendita della carne». CLIMA, AMBIENTE E CIBO Un altro esempio è rappresen- tato poi dal settore dell’agricol- tura, dell’allevamento e della sil- vicoltura, responsabili di quasi un quarto delle emissioni di gas serra, specialmente il metano, cooperando 72 novembre 2020 MC © Alessandro Lercara Che fine ha fatto l’anticiclone delleAzzorre «I più anziani si ricorderanno il colonnello Bernacca, che aspettava con ansia l’arrivo dell’anticiclone delle Azzorre, che segnava l’inizio dell’e- state: bene, adesso questo anticiclone è un po’ lati- tante», così il fisico del clima Antonello Pasini, ospite dell’evento di presentazione del Rapporto Gcap, ha ini- ziato la sua spiegazione. «Con il riscaldamento globale di origine antropica», ha con- tinuato Pasini, «si è espansa verso Nord quella che noi chiamiamo la cellula di Had- ley, cioè la cellula equatoriale della circolazione atmosfe- rica. Espandendosi la cellula verso Nord, gli anticicloni che prima stavano stabil- mente sul deserto del Sahara adesso ogni tanto entrano nel Mediterraneo, portando un caldo molto più feroce di quello dell’anticiclone delle Azzorre, con siccità e ondate di calore». (Chi.Gio.) generato dai processi digestivi dei bovini e dal letame immagaz- zinato, e l’ossido nitroso, deri- vante dai concimi ricchi di azoto. In questo caso, per l’Unione eu- ropea la coerenza consisterebbe nell’approfittare della imminente riforma della Politica agricola co- mune ( Pac ) per inserire nella pro- grammazione per i prossimi sei

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=