Missioni Consolata - Ottobre 2020

75 ottobre 2020 amico mc più attenti al nostro modo di re- lazionarci con gli altri. E la pre- ghiera, in cui Dio tocca e muove il nostro cuore, ci apre ai bisogni di amore, di dignità e di libertà dei nostri fratelli, come pure alla cura per tutto il creato. L’impos- sibilità di riunirci come Chiesa per celebrare l’Eucaristia ci ha fatto condividere la condizione di tante comunità cristiane che non possono celebrare la messa ogni domenica. In questo conte- sto, la domanda che Dio pone: «Chi manderò?», ci viene nuova- mente rivolta e attende da noi una risposta generosa e con- vinta: «Eccomi, manda me!» (Is 6,8). Dio continua a cercare chi inviare al mondo e alle genti per testimoniare il suo amore, la sua salvezza dal peccato e dalla morte, la sua liberazione dal male ( cfr Mt 9,35-38; Lc 10,1-12). Celebrare la Giornata Missiona- ria Mondiale significa anche riaf- fermare come la preghiera, la ri- flessione e l’aiuto materiale delle vostre offerte sono oppor- tunità per partecipare attiva- mente alla missione di Gesù nella sua Chiesa. La carità espressa nelle collette delle ce- lebrazioni liturgiche della terza domenica di ottobre ha lo scopo di sostenere il lavoro missiona- rio svolto a mio nome dalle Pon- tificie Opere Missionarie, per an- dare incontro ai bisogni spirituali e materiali dei popoli e delle Chiese in tutto il mondo per la salvezza di tutti. La Santissima Vergine Maria, Stella dell’evangelizzazione e Consolatrice degli afflitti, disce- pola missionaria del proprio Fi- glio Gesù, continui a intercedere per noi e a sostenerci. Roma, San Giovanni in Laterano, 31 maggio 2020, Solennità di Pentecoste. Franciscus AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT continua nella storia la missione di Gesù e ci invia dappertutto af- finché, attraverso la nostra testi- monianza della fede e l’annun- cio del Vangelo, Dio manifesti ancora il suo amore e possa toc- care e trasformare cuori, menti, corpi, società e culture in ogni luogo e tempo. La missione è risposta, libera e consapevole, alla chiamata di Dio. Ma questa chiamata pos- siamo percepirla solo quando vi- viamo un rapporto personale di amore con Gesù vivo nella sua Chiesa. Chiediamoci: siamo pronti ad accogliere la presenza dello Spirito Santo nella nostra vita, ad ascoltare la chiamata alla missione, sia nella via del matrimonio, sia in quella della verginità consacrata o del sacer- dozio ordinato, e comunque nella vita ordinaria di tutti i giorni? Siamo disposti ad essere inviati ovunque per testimoniare la nostra fede in Dio Padre mise- ricordioso, per proclamare il Vangelo della salvezza di Gesù Cristo, per condividere la vita di- vina dello Spirito Santo edifi- cando la Chiesa? Come Maria, la madre di Gesù, siamo pronti ad essere senza riserve al servizio della volontà di Dio ( cfr Lc 1,38)? Questa disponibilità interiore è molto importante per poter ri- spondere a Dio: “Eccomi, Si- gnore, manda me” ( cfr Is 6,8). E questo non in astratto, ma nel- l’oggi della Chiesa e della storia. Capire che cosa Dio ci stia di- cendo in questi tempi di pande- mia diventa una sfida anche per la missione della Chiesa. La ma- lattia, la sofferenza, la paura, l’i- solamento ci interpellano. La po- vertà di chi muore solo, di chi è abbandonato a se stesso, di chi perde il lavoro e il salario, di chi non ha casa e cibo ci interroga. Obbligati alla distanza fisica e a rimanere a casa, siamo invitati a riscoprire che abbiamo bisogno delle relazioni sociali, e anche della relazione comunitaria con Dio. Lungi dall’aumentare la diffi- denza e l’indifferenza, questa condizione dovrebbe renderci sono interamente obbedienza alla volontà del Padre ( cfr Gv 4,34; 6,38; 8,12-30; Eb 10,5-10). A sua volta Gesù, crocifisso e ri- sorto per noi, ci attrae nel suo movimento di amore, con il suo stesso Spirito, il quale anima la Chiesa, fa di noi dei discepoli di Cristo e ci invia in missione verso il mondo e le genti. «La missione, la “Chiesa in uscita” non sono un programma, una intenzione da realizzare per sforzo di volontà. È Cristo che fa uscire la Chiesa da se stessa. Nella missione di annunciare il Vangelo, tu ti muovi perché lo Spirito ti spinge e ti porta» (Fran- cesco, Senza di Lui non pos- siamo far nulla , Lev-San Paolo, 2019, pp. 16-17). Dio ci ama sem- pre per primo e con questo amore ci incontra e ci chiama. La nostra vocazione personale pro- viene dal fatto che siamo figli e figlie di Dio nella Chiesa, sua fa- miglia, fratelli e sorelle in quella carità che Gesù ci ha testimo- niato. Tutti, però, hanno una di- gnità umana fondata sulla chia- mata divina ad essere figli di Dio, a diventare, nel sacramento del Battesimo e nella libertà della fede, ciò che sono da sem- pre nel cuore di Dio. Già l’aver ricevuto gratuitamente la vita costituisce un implicito in- vito ad entrare nella dinamica del dono di sé: un seme che, nei battezzati, prenderà forma ma- tura come risposta d’amore nel matrimonio e nella verginità per il Regno di Dio. La vita umana nasce dall’amore di Dio, cresce nell’amore e tende verso l’a- more. Nessuno è escluso dall’a- more di Dio, e nel santo sacrifi- cio di Gesù Figlio sulla croce Dio ha vinto il peccato e la morte ( cfr Rm 8,31-39). Per Dio, il male - persino il peccato - diventa una sfida ad amare e amare sempre di più ( cfr Mt 5,38-48; Lc 23,33- 34). Perciò, nel mistero pasquale, la divina misericordia guarisce la ferita originaria dell’umanità e si riversa sull’universo intero. La Chiesa, sacramento universale dell’amore di Dio per il mondo,

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