Missioni Consolata - Ottobre 2020

R iavvolgiamo il nastro della memoria. L’Italia scopre di essere stata raggiunta dal coronavirus lo scorso 21 febbraio. Quel giorno, un trentottenne di nome Mattia si presenta al pronto soccorso dell’ospedale di Codogno con febbre e sintomi respiratori. Di professione ricercatore, fino a pochi giorni prima valido mara- toneta, ha cominciato con i clas- sici disturbi influenzali che però si sono complicati con difficoltà respiratorie costringendolo al ri- covero ospedaliero. Mattia è de- finito il paziente coronavirus nu- mero uno, ma ulteriori ricerche appureranno poi che, in Lom- bardia, il virus circolava già dal dicembre 2019. Da uno, i casi diventano quattro, dieci, cento. Soltanto un mese dopo se ne contano già sessantamila, ma a rimarcare la gravità dell’epide- mia sono i tremila ricoverati in terapia intensiva e i cinquemila morti che non hanno resistito al- Cassa integrazione, un’àncora di salvezza Il coronavirus ha travolto l’economia. Mai come in questo caso l’intervento della Cassa integrazione è stato ed è essenziale. Vediamo come funziona e cosa andrebbe fatto per migliorare lo strumento. di Francesco Gesualdi 61 MC l’infezione. Intanto l’11 marzo, l’Organizzazione mondiale della sanità dichiara lo stato di pande- mia a livello mondiale e il go- verno italiano si convince che la priorità del paese è fermare il contagio con una chiusura to- tale. Con un decreto del 22 marzo, il presidente del Consi- glio proibisce gli spostamenti fuori dal proprio comune, de- creta la chiusura di tutte le scuole, ordina la sospensione di tutte le attività produttive indu- striali e commerciali non essen- ziali. Provvedimenti validi per tutto il territorio nazionale. È l’i- nizio del cosiddetto lockdown . Le misure si dimostrano appro- priate: pur con grande lentezza e dopo migliaia di morti, il conta- gio frena, ma i contraccolpi per le famiglie sono gravissimi. Su tutti i piani: relazionale, scola- stico, economico. In altri tempi, probabilmente, sa- rebbe stata la catastrofe sociale, ma dopo l’insoddisfazione po- polare per l’austerità, questa volta la classe politica non pare avere dubbi sul da farsi. In parti- colare, pare aver chiaro che non può assumere come criterio guida il rigore finanziario: da- vanti a una simile emergenza fare nuovo debito è indispensa- bile. Tra il marzo e il luglio 2020, il governo Conte stanzia una cinquantina di miliardi di euro per misure d’emergenza a © Mirko Ropelato PRIMA LA CONOSCIAMO, PRIMA LA CAMBIAMO MC R E la chiamano economia

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