Missioni Consolata - Ottobre 2020
zione: «Ha avuto come effe o la distruzione di molti beni pubblici ed edifici. Un commissariato è stato distru o, diversi autobus incendiati e si contano qua ro morti e oltre un centinaio feriti. I rischi di ulteriori disordini sono reali, perché l’opposizione non vuole mollare». I partigiani di Oua ara non stanno a guardare e, scesi pure loro in piazza, hanno dato origine a veri scontri con gli oppositori di diverse ci à della Côte d’Ivoire. Ma vediamo come è composta l’opposizione po- litica. Dinosauro africano Candidato del Pdci (Partito democratico della Côte d’Ivoire) ritroviamo l’o antaseienne Henri Konan Bedié. Già presidente dell’Assemblea nazionale dal 1980 e primo presidente della Repubblica dal 1993 dopo la morte di Félix Houphouët-Boigny, il padre della patria. Fu poi destituito dal golpe di Robert Guëi alla vigilia di Natale del 1999. Ha sempre calcato la scena politica ivoriana. Ci dice ancora Beugré: «Bedié si è candidato, il suo partito lo sostiene e la Costituzione all’arti- colo 55 lo autorizza a competere. Lui si sente pronto, inoltre non è solo, è alla testa del Pdci, che è un grande partito che ha molti quadri e candidati potenziali. Inoltre è sostenuto da molti ivoriani e sta facendo alleanze. Adesso è alleato con la fazione di Laurent Gbagbo. Il Pdci ha la sua parola da dire e Bedié candidato peserà nella competizione e sui risultati finali». Il grande sconfitto del 2010 L’altro grande assente-presente è Laurent Gbagbo. Presidente dal 2000 al 2010, ha perso le elezioni del novembre 2010 contro Oua ara, ma non ha voluto farsi da parte, così ha scatenato sanguinosi disordini, finiti nel marzo del 2011 (anche grazie all’intervento dei caschi blu del- l’Onuci e dell’operazione Licorne francese) con il suo arresto e quello della moglie Simone Gbagbo. Incarcerato all’Aia è stato processato per crimini contro l’umanità. Assolto, è oggi in libertà condizionata, in a esa di un secondo grado di giudizio e non può lasciare Bruxelles. Gbagbo, però vuole tornare in Côte d’Ivoire e correre per le presidenziali, e ha fa o richiesta di un passa- porto, senza - ad oggi (mentre scriviamo) - o e- nerlo. Gbagbo è stato pure processato e condannato a 20 anni di prigione dalla giustizia del suo paese per furto alla banca Bceao (Banca degli stati dell’Africa dell’Ovest). Il suo partito, l’Fpi (Fronte patrio ico ivoriano) si è scisso all’in- domani dei disordini post ele orali del 2011, in due fazioni: una la sua e l’altra, che gli si oppone, ha candidato Pascal Affi N’Guessam, già mini- stro, per le presidenziali di o obre. «I partigiani di Gbagbo, che sono ancora molto a ivi sul terreno, aspe ano che lui rientri nel paese, ed è chiaro che [qualcuno] gli impedisce di rientrare perché peserebbe sulla bilancia. Se rientrasse si moltiplicherebbero le forze di oppo- sizione. Quindi per il potere in carica, Gbagbo non deve rientrare, al contrario l’opposizione vuole averlo nel paese», sostiene il giornalista. Una fonte della società civile, legata a un’asso- ciazione che opera per la riconciliazione, ci dice: «La questione del ritorno di Gbagbo è spinosa, ma la sua presenza in Côte d’Ivoire contribui- rebbe alla ricostruzione del tessuto sociale, alla ricostruzione nazionale. Molti partiti preferireb- bero che tornasse, dopo aver fa o l’esperienza della prigione all’Aia. C’è il desiderio di raggrup- pare tu i i figli della Côte d’Ivoire, senza condan- nare uno o l’altro. Ogni partito è per sé, ma i sostenitori della fa- zione di Gbagbo, se lui non torna, non potranno contribuire alla riconciliazione. Occorre che tu i i leader possano ritrovarsi e discutere insieme. Mentre dal punto di vista giuridico si può impe- dire il suo rientro». L’ex ribelle Un altro candidato famoso, a ualmente in esilio, è Guillaume Soro. Già capo dei ribelli durante la guerra civile degli anni 2000, poi primo ministro grazie agli accordi di Ouagadougou (2007-2012) e presidente dell’Assemblea Nazionale (2012-2019) durante la prima presidenza Oua ara, è oggi in Francia, in quanto condannato a 20 anni nel suo paese per appropriazione di denaro pubblico (aprile 2020) durante un processo, giudicato da alcuni un processo «politico». Successivamente è stato inquisito per crimini di guerra per fa i du- rante la guerra civile e anche durante la crisi post ele orale del 2011. Ci dice ancora Innocent Baugré: «Guillaume Soro ottobre 2020 49 Côte d’Ivoire MC
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