Missioni Consolata - Ottobre 2020

sawe, tanzaniano. Fino al mese di agosto, vi ope- rava anche il missionario italiano padre Silvio Gullino, rientrato in patria per salute dopo ben 17 anni vissuti nel paese, di cui i primi 14 a Sago e gli ultimi 3 proprio a Grand-Zattry. Una delle sfide maggiori di questa nostra pre- senza è quella dell’inculturazione del Vangelo nella grande famiglia del popolo Krou (e dei suoi sottogruppi). La maggior parte dei cristiani pro- viene infatti da altre latitudini del paese o è addi- rittura di origine straniera (del Burkina Faso in particolare). La chiesa rischia di essere dunque una comunità estranea al contesto autoctono. La convivenza tra locali, allogeni e stranieri - so- prattutto a partire dagli anni Novanta e dalla di- sputa sull’ ivoirité - è divenuta molto complessa. Le sue cause socio economiche sfidano in pro- fondità la nostra testimonianza evangelica e ci provocano a una sempre maggiore immersione nell’intricato ed incandescente mondo intercul- turale che ci accoglie. Negli ultimi anni, l’impegno di promozione umana ha visto la comunità crescere nella lettura della realtà educativa e sanitaria, impegnandosi in un sostegno puntuale e mirato ad alcune strutture pubbliche (scuole primarie e dispen- sari), migliorando in tal senso il servizio offerto alla popolazione sia attraverso la creazione di in- frastrutture di appoggio come nell’impegno di mediazione per l’arrivo di fondi per la lotta alla malnutrizione. ssier decade, Sago resta ai margini delle principali vie di comunicazione e gli oltre 20 km di pista, spesso quasi impraticabile, la isolano ancor di più. I servizi di base (acqua, corrente, presidi sa- nitari, scuole di qualità) restano un miraggio per la maggior parte della sua popolazione, che vive prevalentemente di agricoltura (piantagioni di cacao, palma da olio e caucciù, oltre che di pro- dotti alimentari di consumo domestica) e di pic- colo commercio. In questo contesto, i missionari hanno accompa- gnato l’evangelizzazione con uno stile di vici- nanza e di attenzione ai bisogni concreti della gente, promuovendo in particolare l’educazione dei più piccoli. In tal senso, dal 2005 è nata la scuola elementare «Consolata», che oggi è un’eccellenza educativa del distretto e della re- gione. Nel solo anno scolastico 2018-2019 la scuola ha avuto 261 studenti, di cui 123 bambine. Dei 50 che si sono presentati all’esame per pas- sare alla scuola secondaria, nessuno è stato boc- ciato: tutti (26 ragazzi e 24 ragazze) hanno ottenuto il loro diploma di Cepe ( Certificat d’étu- des primaires élémentaires ). Si pensi che il tasso nazionale di riuscita al Cepe nel 2019 è stato dell’84,48%. La nostra scuola elementare «Con- solata», oltre a garantire un’istruzione di qualità per tutti, a partire dai più poveri (i missionari, at- traverso una rete di solidarietà internazionale, riescono a trovare borse di studio per chi è eco- nomicamente più svantaggiato), è un autentico laboratorio di incontro e dialogo tra piccoli (e fa- miglie) di credo, tradizioni ed etnie differenti. Il mosaico etnico di Grand-Zattry Un mosaico di gruppi etnici costituisce anche il sottofondo socio culturale della missione di Grand-Zattry. Eretta nell’aprile del 2004, conta oggi 25 cappelle in un territorio di circa 1.750 km 2 e 120mila abitanti. I musulmani rappresentano il 35% della popolazione, mentre i cristiani circa il 40%. Di questi ultimi, solo il 2% sono cattolici. Oltre il 20% della popolazione segue la religione tradizionale africana. Attualmente la missione è animata da una comunità di due padri: James Mwangi Gichane, keniano, e Fidelis Francis Mas- 44 ottobre 2020 © AfMC / Ramón Lazáro Esnaola ©Ariel Tosoni © Ariel Tosoni

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