Missioni Consolata - Ottobre 2020

La Côte d’Ivoire in date Cronologia essenziale • 1960, 7 agosto - La Francia concede l’indipen- denza al paese, ma mantiene un sistema di con- trollo neocoloniale, applicando il modello economico di produzione di materie prime per l’esportazione (caffè, cacao, cotone, ecc.) che ha l’effetto di impoverire la popolazione rurale. Ven- gono attratti 4,5 milioni di lavoratori stranieri per la- vorare nelle piantagioni. • 1960, 27 novembre - Félix Houphouët-Boigny, uomo legato alla Francia, viene eletto presidente. Verrà rieletto per sette mandanti consecutivi, rima- nendo presidente fino alla morte, nel 1993. • 1980, 10"12 maggio - Visita di papa Giovanni Paolo II, che tornerà nel paese nel 1985 e nel 1990 (quando consacra la basilica di Yamoussoukro). • 1983, 21 marzo - Yamoussoukro diventa la capi- tale politica e amministrativa del paese. • 1988, 8 maggio - Ritorno nel paese di Laurent Gbagbo, che è stato in esilio per sei anni dopo le manifestazioni studentesche del 1982. • 1989, 5 maggio - Instaurazione ufficiale del mul- tipartitismo, su stimolo della Francia. Fino a questo momento il partito unico Pdci ha favorito l’etnia baulé (di Boigny) ma lasciato autonomia ai capi lo- cali, fatto regalie ed eliminato gli oppositori più ostici. Intanto dilaga la corruzione e il nepotismo nella classe politica. Sul mercato mondiale crollano i prezzi di caffè, cacao e cotone. Il debito estero è quadruplicato e il paese accetta le politiche di ag- giustamento strutturale della Banca mondiale. La crisi economica costringe molte etnie del Nord (in maggioranza musulmani) a migrare al Sud. Na- scono attriti con la popolazione locale. • 1993, 7 dicembre - Muore Félix Houphouët-Boi- gny e assume la presidenza Henri Konan Bedié, anche lui baulé, presidente dell’Assemblea nazio- nale. • 1994, 8 dicembre - Nuovo codice elettorale che prevede regole stringenti sull’ascendenza ivoriana dei candidati. È l’inizio dell’« ivoirité ». • 1995, 22 ottobre - Bedié vince le elezioni presi- dienziali, cavalcando il malcontento delle etnie del Sud. Grazie all’ ivoirité , Bedié mette fuori gioco Alassane Ouattara, già primo ministro di Boigny, che ha un genitore burkinabè. • 1999, 24 dicembre - Colpo di stato del generale Robert Gueï. • 2000, 23 luglio - Adozione di una nuova Costitu- zione e un nuovo Codice elettorale. • 2000, 22 ottobre - Elezioni presidenziali: vince Laurent Gbagbo, ma il generale Gueï si dichiara vincitore. Scoppiano disordini tra i sostenitori di Gbagbo e quelli di Alassane Ouattara, il cui partito Rdr, aveva boicottato lo scrutinio a causa del- l’ ivoirté . Inizia una stagione di discriminazioni e per- secuzioni ai danni degli ivoriani del Nord e degli stranieri. Gbagbo organizza un forum per la riconci- liaizone (dicembre 2001) ma non metterà mai in pratica le proposte dei delegati. • 2002, 19 settembre - Scoppia una rivolta di mili- tari fedeli a Gueï, che il governo vuole smobilitare. È il pretesto per il Movimento patriottico della Côte d’Ivoire (Mpci), parte dell’esercito che controlla il Nord del paese, per tentare un colpo di stato. Gueï viene ucciso, Ouattara si rifugia in ambasciata. Scatta la repressione per chiunque sia del Nord o di origini straniere. Molti immigrati lasciano il paese. Ad Ovest si formano altri due gruppi ribelli che si alleano con l’Mpci creando le Forces Nouvelles con a capo Guillaume Soro. Gbabgo, contrappone le Fanci e impiega mercenari sudafricani. La Fran- cia mobilita i suoi militari con l’operazione Licorne , blocca l’avanzata dei ribelli da Nord e il paese ri- mane diviso in due. • 2003, gennaio - La Francia tenta una media- zione e coinvolgendo Cedeao e Nazioni unite. Si firmano gli accordi di Marcussis, che però sono di- sattesi da Gbabgo. Gli accordi prevedono il dispie- gamento di una forza militare dell’Onu, l’Onuci. La guerra civile continua tra governi di coalizione, im- possibilitati a lavorare e massacri con tanto di fosse comuni. L’Onu parla di un milione di sfollati interni. Le elezioni del 2005 non si riescono a tenere, Gbagbo si mantiene al potere. • 2007, 4 marzo - Firma degli accordi di Ouagadou- gou tra Gbagbo e Soro. Quest’ultimo diventa primo ministro. Nel luglio una cerimonia sancisce la fine uf- ficiale della guerra. Un anno dopo si inizia il disarmo dei ribelli e un censimento elettorale. • 2010, novembre - Elezioni presidenziali che con- trappongono Ouattara a Gbagbo. Secondo la Com- missione elettorale e l’Onu è il primo a vincere, ma per il Consiglio costituzionale è Gbagbo il vincitore. Si apre una crisi post elettorale, con violenti scontri tra i sostenitori dei due politici, nei quarieri di Abid- jan e in altre città, che porterà a circa 3mila morti. I massacri termineranno con la fine della battaglia di Abidjan, nel maggio 2011. • 2011, marzo - L’Unione africana riconosce Ouat- tara presidente. Nell’aprile Laurent Gbagbo e la moglie Simone sono arrestati. Saranno processati dalla Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità. Arrestato anche Charles Blé Goudé, il capo della milizia pro Gbagbo. Ouattara è rieletto nel 2015 per il secondo mandato. • 2016, ottobre - Promulgata la nuova Costitu- zione. È la fine dell’ ivoirité . Ma.Bel. ottobre 2020 39 Côte d’Ivoire MC

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