Missioni Consolata - Ottobre 2020

Derbe Mileto Efeso Asso Patara Corinto Berea Tessalonica Filippi Neapolis Creta Cos Rodi Samo Chio Mitilene Troade Tarso Antiochia Tiro Tolemaide Cesarea CIPRO A S I A MACEDONIA Gerusalemme viene da pensare che, in fondo, anche le sue chiese avessero un consiglio di persone più sagge ed esperte che fungeva da organo di dirigenza, come sarebbe accaduto in seguito e altrove, e come quindi poteva già essere vero anche al tempo di Paolo. Lui convoca solo co- storo e li fa venire a Mileto. Evi- dentemente la nave di Paolo non faceva scalo a Efeso, o forse (o in più) lui temeva che fermarsi in quella città, dove aveva così tante conoscenze, lo avrebbe fatto tardare troppo. Meglio incontrarsi in un luogo neutro. A questi anziani Paolo rivolge un vero e proprio discorso d’ad- dio, incentrato soprattutto su tre temi.  Intanto, rivendica di aver pre- dicato Gesù in modo traspa- rente e generoso. È il punto di partenza essenziale e cruciale. Non si mette a fare l’elenco delle proprie imprese o di ciò che ha patito (come fa invece in 2 Cor 11,22-29), ma si concentra sull’essenziale.  Poi, ribadisce di averlo fatto gratuitamente, senza farsi man- tenere, senza chiedere nulla. MC R mente che Paolo aveva coordi- nato una colletta così grande, quindi gestita durante lunghi mesi, farebbe intuire che le ten- sioni andavano avanti da tanto tempo, il che è storicamente molto probabile, rischiando di spaventare o scoraggiare i cre- denti. Meglio allora parlare della col- letta collocandola in un altro momento della storia e poi inse- rire Paolo nel rito tradizionale del voto, anche se, in realtà, vi era stato coinvolto per caso solo all’ultimo momento. Luca, però, sa bene che la si- tuazione è pericolosa e ce lo fa capire chiaramente quando rife- risce gli ammonimenti di disce- poli e profeti che predicano per Paolo un tempo difficile (At 20,23; 21,4.10-13), e scrivendo uno dei brani più toccanti degli Atti degli Apostoli. AGLI ANZIANI DI EFESO AT 20,17 38 A Efeso, Paolo aveva lavorato per almeno due anni (At 19,10), ma forse di più. Passando per Mileto, diretto a Gerusalemme, l’apostolo convoca gli «anziani» di Efeso, città distante circa 80 km. Sono due particolari curiosi, difficili da inventare. Paolo - nelle sue lettere - non chiama mai «anziani» i responsabili delle sue comunità (è un modo molto ebraico di esprimersi); vano una migliore protezione della somma e solo una somma importante poteva giustificare (e mantenere) una delegazione così numerosa. UNA PROVA Luca, peraltro, spiega che a Ge- rusalemme chiedono a Paolo di finanziare il rito di scioglimento di un voto per quattro persone (At 21,21-24), per (di)mostrarsi un buon ebreo. Perché Luca ci rac- conta la vicenda in questi ter- mini? Un buon narratore ha come obiettivo di far capire ai lettori gli avvenimenti e di muovere alle emozioni che ritiene giuste, non necessariamente di riferire solo i particolari storici precisi. Oggi ci è chiaro che non tutte le parabole riportate nei Vangeli sono state dette originaria- mente da Gesù: se però ci aiu- tano a capire meglio quello che Gesù diceva, non importa che, materialmente, siano «inven- zione» degli evangelisti. Anche un romanzo storico scritto bene può non essere accurato in tutti i particolari, ma farci intuire un contesto e delle vicende stori- che persino meglio di opere più precise. Luca vuole presentarci il quadro ideale di una Chiesa senza ten- sioni, se non magari occasionali (perché non può certo negarle tutte). Ma se dicesse esplicita- 31 ottobre 2020 MC

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