Missioni Consolata - Ottobre 2020
18. Verso la fine (At 20,1-22,21) L uca, negli Atti degli Apo- stoli, ci ha portati a sco- prire che cosa è acca- duto nei primi tempi della Chiesa, ma ci ha indicato anche che cosa, dentro quel cammino, era da preferire, e soprattutto ci ha indicato che la guida di quei passi era lo Spirito Santo. Luca ha poi progressivamente messo al centro della scena Saulo di Tarso, un fariseo che, dopo aver perseguitato i cri- stiani, era diventato uno di loro e, più tardi, aveva iniziato a farsi chiamare Paolo, insistendo per aprire la porta della Chiesa ai non ebrei. Ci sono state persecuzioni e in- toppi, ma dentro a un cammino globale di crescita. Da lettori potremmo esserci an- che dimenticati che il progetto di testimoniare Gesù fino ai con- fini della terra (At 1,8) non è an- cora realizzato. Ma ci aspette- remmo di essere condotti verso un lieto fine. E invece Luca ha ancora sorprese in serbo. non ce Lo aveva detto Il percorso della Chiesa dei primi decenni non è stato trion- fale. Certo, un lettore distratto potrebbe vedervi soltanto suc- cessi, ma Luca ha lasciato in- tuire che, nonostante le perse- cuzioni risolte con liberazioni inattese (At 5,17-40), ci sono an- che state vittime (Stefano: At 7,57-60; Giacomo: At 12,2) e profughi (At 8,1). Lo stesso let- tore potrebbe vantarsi della condivisione di tutti i beni (At 4,32-35), ma non tutti la rispet- tavano (At 5,1-10), e alcuni cri- stiani venivano discriminati per- sino da altri credenti (At 6,1). In quanto a Paolo, egli è il grande campione dell’annuncio ai non ebrei, ma oltre alle molte perse- cuzioni da parte di giudei, ha dovuto anche affrontare ten- sioni importanti all’interno della comunità (At 15,1-2). Su queste ultime, peraltro, Luca glissa. Nel punto in cui racconta del ri- torno di Paolo dal terzo viaggio, però, Luca fa intuire che sta per accadere qualcosa di pesante. Senza le lettere di Paolo, forse non capiremmo fino in fondo che cosa è davvero successo, ma grazie soprattutto alla let- tera ai Galati (in particolare Gal 1,6-8; 5,1-14), riusciamo a rico- struire un quadro meno ideale di quello che Luca ci mostra. La questione dei «gentiLi» In ogni grande società esistono inevitabilmente più anime, che a volte faticano a dialogare e ad andare al nucleo che le ha fon- date. È capitato persino nella prima comunità cristiana. Il mondo in cui il cristianesimo è nato, separava nettamente gli ebrei dai «gentili», ossia da tutti gli altri, «le genti». Gli ebrei si di- stinguevano per il rispetto della legge di Mosè, sintetizzata sim- bolicamente nella circoncisione. Una delle prime scelte di fondo che i cristiani si sono trovati a dover prendere, ha proprio ri- guardato la sorte dei non ebrei: potevano essere inseriti nella comunità cristiana? E a che con- dizioni? Solo dopo essersi fatti circoncidere? È il problema affrontato da Luca in Atti 15, quando racconta la decisione presa a Gerusalemme di ammettere nella comunità an- che i non circoncisi; salvo che, a quanto pare, quella soluzione di Angelo Fracchia, biblista COSÌ STA SCRITTO ♦ atti degLi apostoLi una chiesa in uscita MC R non aveva accontentato tutti. E alcuni avevano iniziato a tallo- nare Paolo nei suoi viaggi apo- stolici, quasi a correggerne le scelte, spiegando che Gesù era un ebreo, e che per vivere come Gesù bisognava diventare ebrei, rispettando tutta la legge di Mosè. Paolo aveva intuito che se la de- cisione divina, accolta dal- l’uomo, non fosse stata suffi- ciente in mancanza di un gesto esteriore (come la circonci- sione), allora nulla sarebbe mai bastato. Per dirlo con le parole di Paolo, la circoncisione è inu- tile (Gal 5,2), altrimenti Cristo è morto invano e la sua esistenza è inefficace (Gal 2,21). È chiaro che non si è trattato di piccole dispute di regolamento interno. Ma è chiaro anche che gli avver- sari di Paolo non hanno lasciato perdere, e hanno iniziato a deni- grarlo, affermando che volesse abbattere la legge di Mosè (At 21,20). La coLLetta Forse per questo Paolo (e qui siamo al punto dove ci siamo la- sciati lo scorso numero) torna a Gerusalemme portando una im- ponente elemosina per i poveri (cristiani) di quella città. Luca, in realtà, ci ha parlato della colletta già prima (At 11,29-30), ma sem- bra un modo per confonderci. Una delegazione imponente come quella che parte per Ge- rusalemme (At 20,4: sette per- sone elencate, più Paolo e pro- babilmente Luca, che si include nel viaggio dal versetto 5), era costosa, e aveva senso se si do- veva portare qualcosa di pe- sante, come una grande somma di monete, dal momento che gli assegni e i bonifici bancari non esistevano. Più persone garanti- 30 ottobre 2020 MC
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=