Missioni Consolata - Ottobre 2020

Qui sotto: Carrie Lam, la contro versa governatrice di Hong Kong. A lato: forze di polizia schierate per contrastare i manifestanti. A destra, in basso: uno dei nume rosi cortei di protesta per le strade della metropoli; l’ombrello per proteggersi da idranti e gas lacri mogeni è diventato un simbolo dei manifestanti. * 24 ottobre 2020 MC Londra per 99 anni. Solo nel 1984 il premier cinese Zhao Ziyang e il primo ministro britan- nico Margareth Thatcher si ac- cordarono affinché l’affitto fosse esteso su tutta la colonia. Lon- dra avrebbe quindi rinunciato al possesso dell’intera area di Hong Kong una volta scaduto il contratto (1898-1997). Da parte sua, la Cina promise di conce- dere a tutti i territori di cui avrebbe ripreso possesso am- pia autonomia secondo un mo- dello ideato dal presidente Deng Xiaoping, denominato «un paese, due sistemi». Secondo questa formula, la «regione ad amministrazione speciale di Hong Kong» ( Hong Kong spe- cial administrative region , Hk- * HONG KONG sar) sarebbe stata sottoposta alla sovranità cinese. Pechino avrebbe controllato la politica militare e estera, mentre il go- verno locale avrebbe ammini- strato la regione secondo criteri di autonomia economica, giuri- dica e istituzionale per cin- quant’anni a partire dal 1° luglio 1997, giorno in cui Hong Kong sarebbe stata riconsegnata alla Repubblica popolare cinese. LA LEGGE DI BASE Venne redatta la Hong Kong Basic law - legge di base, una sorta di Costituzione -, che avrebbe dovuto garantire ai cit- tadini dell’ex colonia britannica i diritti concepiti nel 1984. Il go- vernatore avrebbe assicurato il rispetto della legge sotto il con- trollo di un Consiglio esecutivo e di un apparato giudiziario che operavano in piena indipen- denza. Per alcuni versi la Basic law funzionò, seppur a sin- ghiozzo: gli abitanti di Hong Kong godevano di diritti che ai loro concittadini in altre regioni della Cina erano negati o ri- stretti. Le libertà di stampa e di critica venivano rispettate, com- presa la possibilità di manife- stare contro le decisioni del go- verno locale o di ricordare la re- pressione di Tienanmen avve- nuta nel 1989. Pechino, seppur storcendo il naso, sopportava. Del resto, anche la Hong Kong britannica non era stata un esempio di democrazia: allo sfrenato liberismo economico si contrapponeva una legge colo- niale che impediva alla quasi to- talità della popolazione di parte- cipare alle elezioni. Questa se- gregazione politica venne eredi- tata e perpetuata da Pechino: nonostante la Basic law pre- veda che a Hong Kong ci sia il suffragio universale, ancora oggi meno dell’1 % dell’eletto- rato (circa milleduecento per- © Seb Daly / Rise / Sportsfile © Etan Liam Soltanto 1.200 persone eleggono il governatore (tra i candidati approvati dal governo di Pechino). "

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