Missioni Consolata - Ottobre 2020

22 prio; perché, fra il cristianesimo di questo paese e il cristiane- simo di Cristo, io riconosco la più grande differenza immagi- nabile [...]. Io amo il puro, paci- fico, imparziale cristianesimo di Cristo: quindi odio il corrotto, schiavizzatore, fustigatore di donne, devastatore di culle, par- ziale e ipocrita, cristianesimo di questo paese. [...] I mercanti di corpi e anime umane tengono banco sotto il pulpito, e si so- stengono a vicenda. Il mercante dà il suo oro grondante lacrime e sangue per sostenere il pul- pito; in cambio, il pulpito av- volge il suo traffico infernale nel manto del cristianesimo». Non lontano da queste posizioni critiche si troverà, centoquindici anni dopo, anche Martin Luther King (1929-1968), il più grande leader afroamericano della sto- ria Usa. Il 17 aprile del 1960, nel corso del programma Meet the press, della rete televisiva Nbc, King affermò: «È spaventoso che l’ora più segregata dell’America cristiana siano le 11 di domenica mattina...». UN EMENDAMENTO NON BASTA Da tempo gli attriti tra Sud e Nord degli Stati Uniti erano cre- scenti. La situazione precipitò quando - il 6 novembre 1860 - venne eletto presidente Abraham Lincoln, repubblicano conosciuto per le sue idee anti schiavitù. Per preservare il pro- prio status, sette stati del Sud - Alabama, Florida, Georgia, Loui- siana, Mississippi, Carolina del Sud e Texas - decisero allora di separarsi dall’Unione dando vita alla Confederazione. A guerra iniziata, altri quattro - Arkansas, North Carolina, Tennessee e Vir- ginia - si unirono al gruppo se- cessionista. Il primo gennaio 1863 Lincoln emise un editto di emancipazione con il quale veni- vano liberati tutti gli schiavi degli stati confederati. «Il proclama di emancipazione - commenta l’En- ciclopedia Britannica - fece molto più che sollevare la guerra al li- vello di una crociata per la libertà umana. Portò alcuni risultati pra- tici sostanziali, perché permise all’Unione di reclutare soldati neri». Circa 186mila ex schiavi neri si arruolarono nell’esercito dell’U- nione e 38mila di essi persero la vita. Il numero totale di morti alla fine della guerra - vinta dall’U- nione - fu di 620mila (su una po- polazione di circa 31,5 milioni, se- condo il censimento del 1860), rendendola il conflitto più sangui- noso della storia americana. Il presidente Lincoln venne as- sassinato il 14 aprile 1865 e non fece in tempo a vedere l’entrata in vigore - pochi mesi dopo - del XIII emendamento della Costitu- zione, in base al quale «Né la schiavitù né il servizio non volon- tario [...] potranno esistere negli Stati Uniti o in qualsiasi luogo sottoposto alla loro giurisdi- zione». Un emendamento chiaro. E tutta- via la liberazione dei neri d’Ame- rica era ben lungi dall’essere compiuta. Paolo Moiola (seconda puntata - continua) * STATI UNITI MC Qui sotto: Martin Luther King e la moglie (al centro) nel marzo 1965 a una delle tre marce di Selma (della quale parleremo nella prossima puntata di questa serie). * © Spider Martin - Birmingham Civil Rights nstitute Nell’esercito dell’Unione si arruolarono 186mila ex schiavi di cui 38mila persero la vita. "

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