Missioni Consolata - Luglio 2020
esperienze religiose, la ric- chezza delle tradizioni degli altri. Dinamica: costruire ponti L’animatore propone ai ragazzi di esprimere qualche proposta concreta per costruire ponti. Se nel gruppo ci fossero per- sone di diverse nazionalità si po- trebbe chiedere a qualcuno di raccontare qualcosa delle sue tradizioni: le feste, i giochi, i cibi; oppure di insegnare un canto, una filastrocca in lingua. Altrimenti l’animatore può divi- dere i ragazzi in piccoli gruppi a ciascuno dei quali affidare una nazione, eventualmente di quelle presenti nel territorio, perché cerchino in internet al- cune delle loro tradizioni. CONCLUSIONE In conclusione dell’incontro l’a- nimatore distribuisce a tutti un testo da leggere insieme: «Il tuo Cristo è ebreo e la tua democrazia è greca. La tua scrittura è latina e i tuoi numeri sono arabi. La tua macchina è giapponese, il tuo caffè è brasiliano, il tuo orologio è svizzero e il tuo cellulare è coreano. La tua pizza è italiana e la tua camicia è awayana. Le tue vacanze sono turche, tunisine o marocchine. Cittadino del mondo, non rimproverare il tuo vicino di essere straniero» (Anonimo). Preghiera L’incontro si conclude con la preghiera del Padre nostro. Tutti si tengono per mano, stringendo idealmente la mano a tutti i po- poli del mondo per esprimere una fraternità universale. Felicia Romano e Gonzalo Salcedo (Comunità Missionaria di Villaregia) 3 A PARTE: RIMUOVERE GLI OSTACOLI Ma come fare per costruire una società in cui le diversità trovino uno spazio per esprimersi, e dove possa avvenire lo scam- bio? Papa Francesco dice che la diversità, da bandiera e fron- tiera, può essere trasformata in ponte. A partire da quanto ab- biamo condiviso, come pos- siamo essere ponte? Una soluzione può venire dai bambini. Video: il razzismo smontato dall’ironia dei bambini L’animatore mostra il video: «Il razzismo smontato dall’ironia dei bambini» e sottolinea alcuni atteggiamenti basilari proposti: • conoscere e rispettare le cul- ture «altre»; • ascoltare chi è diverso da me e imparare a interagire, supe- rando la visione etnocentrica se- condo la quale la mia cultura è l’unica oggettivamente valida; • conoscere il fenomeno migra- torio e analizzarne le cause; • conoscere le caratteristiche geopolitiche e culturali dei prin- cipali paesi di provenienza degli stranieri in Italia (Romania, Alba- nia, Marocco, Cina…); • conoscere, attraverso la lette- ratura, il teatro, la musica, le stre ombre, che noi non ricono- sciamo in mezzo al preteso pro- gresso. Di conseguenza, racco- gliere la loro esperienza di vita ci farà bene». Interculturalità vs tolleranza Interculturalità non è semplice tolleranza. La tolleranza si dà quando ogni nazionalità, etnia, gruppo religioso, ha le proprie abitudini e le proprie tradizioni senza curarsi delle altre comu- nità: tutti possono fare ciò che vogliono, sinché non invadono lo spazio di un altro gruppo. In questa situazione, una società può conservarsi anche a lungo, ma nel momento in cui una crisi economica, delle tensioni reli- giose o etniche o altri fattori, rompono l’equilibrio, le diffe- renze taciute e non valorizzate, e i conflitti che portano con sé, possono deflagrare in modo vio- lento e irrazionale. L’interculturalità , al contrario, oltrepassa la tolleranza, presup- pone il confronto e lo scambio tra le culture, pone il problema della cittadinanza e della parte- cipazione, esercita la legittima e reciproca critica, concepisce le differenze culturali come un va- lore. I conflitti inevitabili non vanno negati ma gestiti e risolti in modo pacifico. Amico mondo Esteban gnacio / flickr com 80 amico luglio 2020 MC
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