Missioni Consolata - Luglio 2020

MC R Il giorno dopo, il ministero del- l’Interno ungherese, venuto a conoscenza della partenza di Sanz Briz, ordinò di sgomberare le case di proprietà della Spa- gna, dove avevano trovato rifu- gio molti cittadini ebrei. E fu a quel punto che tu, Giorgio Perlasca, commer- ciante italiano di bestiame, con una conoscenza per- fetta della lingua spagnola, prendesti la decisione più importante della tua vita. Infatti, mi precipitai presso il mi- nistero dell’Interno urlando: «So- spendete tutto! State sba- gliando tutto! L’ambasciatore spagnolo Sanz Briz si è recato a Berna in Svizzera, per comuni- care più facilmente con il suo governo a Madrid. La sua è una missione diplomatica importan- tissima. Informatevi presso il mi- nistero degli Esteri. Esiste una precisa nota di Sanz Briz che mi nomina suo sostituto per il pe- riodo della sua assenza». È proprio vero che la fortuna aiuta gli audaci, difatti fosti creduto e le opera- zioni di sgombero fu- rono sospese. Il giorno dopo su carta inte- stata e con timbri autentici, compilai di mio pugno la nomina ad ambasciatore spagnolo e la presentai al ministero degli esteri dove le credenziali diplomatiche ven- nero accolte senza riserve. Nelle vesti di diplomatico te- nevi in piedi pressoché da solo l’ambasciata spagnola, organizzando l’incredibile impostura che ti portò a sal- vare e sfamare giorno dopo giorno migliaia di ungheresi di religione ebraica ammas- sati nelle case protette lungo il Danubio. Cercavo di tutelarli in ogni modo dalle incursioni delle Croci Frecciate, mi recai più volte con Raoul Wallenberg, l’in- caricato personale del re di Sve- zia, e con il nunzio della Santa Sede monsignor Angelo Riotta, alla stazione per cercare di re- cuperare più gente possibile. Protetto dalla mia posizione di diplomatico spagnolo riuscii persino a ingannare il ministro dell’Interno ungherese, minac- ciando una supposta ritorsione In un contesto così difficile e violento come ti muovesti in quei frangenti a Budapest? Approfittando di un permesso che mi diedero per andare a Bu- dapest per una visita medica, riu- scii a nascondermi e fuggire. Mi nascosi prima presso vari cono- scenti, quindi, grazie a un docu- mento che attestava la mia parte- cipazione alla guerra civile spa- gnola e al foglio che mi assicu- rava assistenza diplomatica per il mio lavoro di importatore di carne per l’esercito, trovai rifugio presso l’ambasciata spagnola. Quel documento della guerra di Spagna, firmato nientemeno che dal Genera- lissimo Franco, fu fonda- mentale per te. Grazie a quello, in pochi minuti diventai cittadino spagnolo con un regolare passaporto inte- stato a Jorge Perlasca, e iniziai a collaborare con Ángel Sanz Briz, l’ambasciatore spagnolo che, assieme ad altri ambascia- tori di paesi neutrali presenti in Ungheria (Svezia, Portogallo, Svizzera, Città del Vaticano), stava già rilasciando salvacon- dotti per proteggere gli ebrei ungheresi. Già, ma a fine novembre 1944 Sanz Briz lasciò l’Un- gheria per il suo rifiuto di ri- conoscere il governo filona- zista appena nato. 69 luglio 2020 MC

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