Missioni Consolata - Luglio 2020

rica di Pm2,5. Questo potrebbe spiegare la maggiore diffusione del virus nelle regioni settentrio- nali, rispetto al resto dell’Italia. L’ETÀ E IL GENERE DEI MALATI Finora il Covid-19 ha colpito con maggiore rischio di malattia grave e di morte le persone ol- tre i 60 anni di età, soprattutto se portatrici di altre patologie come diabete, ipertensione ar- teriosa, malattie cardiovascolari, malattie respiratorie croniche e cancro. La fascia d’età più col- pita in Italia è quella degli an- ziani tra gli 80 e 89 anni (39,7%). Tuttavia, ultimamente e un po’ ovunque nel mondo, si sono ve- rificati decessi anche tra per- sone di età inferiore e senza pa- tologie pregresse. Gli under 30 rappresentano il 5% dei malati nel nostro paese. Finora la mor- talità è risultata più elevata (per tutte le fasce d’età, ad ecce- In Italia, tuttavia, è stata fatta l’i- potesi di un possibile collega- mento tra la diffusione del coro- navirus e l’inquinamento atmo- sferico mettendo in relazione l’alta concentrazione del virus nella pianura Padana e l’inqui- namento che la caratterizza, es- sendo quest’area riconosciuta come una delle più inquinate d’Europa. Probabilmente qui l’inquinamento atmosferico po- trebbe agire sia come carrier (portatore), facilitando il tra- sporto del virus, sia come ampli- ficatore dei suoi effetti sul pol- mone. Recentemente è uscito uno studio dei ricercatori di Har- vard (Xiao Wu, 2020) negli Stati Uniti, che hanno evidenziato la relazione tra l’esposizione a lungo termine a Pm2,5 e il ri- schio di morte per Covid-19. Ci sarebbe un eccesso di mortalità del 15% sul totale della popola- zione, per un aumento di 1g/m3 della concentrazione atmosfe- muni antipiretici. Infine, si è arri- vati a casi di morte con sintoma- tologia compatibile con Covid- 19, ma senza test, di persone anziane in «Residenze sanitarie per anziani» (Rsa) oppure di per- sone decedute in casa (senza avere ricevuto cure adeguate ed essere state sottoposte al tampone) o di persone che ave- vano lavorato a contatto con malati Covid. Stando così le cose, è chiaro che il numero delle morti per Covid-19 nel nostro paese è am- piamente sottostimato. Se- condo l’Inps («Analisi della mor- talità nel periodo di epidemia da Covid-19» dello scorso 20 mag- gio), a fine aprile ci sono stati quasi 19mila decessi non con- teggiati nelle morti da Covid-19. È altrettanto chiaro che il si- stema sanitario italiano in que- sta situazione ha rivelato tutti i suoi limiti, conseguenza dei ta- gli alla sanità pubblica degli ul- timi decenni (si legga Gesualdi su MC giugno, ndr ). COVID 19 E INQUINAMENTO ATMOSFERICO Facendo un confronto tra l’an- damento della Covid-19 e molte delle grandi pandemie del pas- sato, come le influenze spa- gnola, asiatica, aviaria e suina, possiamo osservare che hanno avuto tutte origine in Asia, per poi diffondersi nel resto del mondo, passando prima per l’Europa, poi nelle Americhe e infine in Africa, Australia e Oceania. Secondo uno studio condotto in Cina (Su, 2019), esisterebbe un’associazione tra l’inquina- mento atmosferico e l’aumento del rischio di malattie infettive influenza-like (simil-influenzali). Al momento non sembra, tutta- via, essere plausibile che le par- ticelle Pm2,5 e Pm10 siano ca- paci di veicolare il Sars-CoV-2, dal momento che l’essicca- mento, i raggi UV e le tempera- ture oltre i 25°C danneggiano l’involucro del virus. 58 luglio 2020 MC U n parametro importante che ci permette di valutare l’andamento dell’infezione è l’R0, cioè il numero di riproduzione di base, che indica il dato di infezioni secondarie che un individuo infetto può trasmettere in una popolazione completamente suscettibile a un nuovo patogeno (in questo caso Sars-CoV-2). Esso misura la po- tenziale trasmissibilità della malattia, in assenza di mi- sure di contenimento. Quanto maggiore è R0, tanto più facilmente può diffondersi la malattia infettiva: se R0 è pari o superiore a 2, significa che ogni positivo media- mente infetta due persone; un R0 inferiore a 1 indica che l’epidemia può essere contenuta. Secondo l’Oms, l’R0 di Covid-19 è compreso tra 1,3 e 3,8 sulla base dei dati raccolti da enti di ricerca di tutto il mondo. Quello della Sars era compreso tra 2 e 4 con una media di circa 3 e quello della Mers inferiore a 1. Questo parametro dipende dalla proba- bilità di trasmissione per singolo contatto tra una persona infetta ed una suscettibile, dal numero dei contatti della persona infetta e dalla durata dell’infettività (che, secondo studi cinesi, può arrivare fino a 50 giorni, mentre qui in Italia una ragazza bolognese è risultata positiva fino al giorno 75). Dopo l’introduzione delle misure di conteni- mento, si preferisce usare l’Rt, che indica il numero di in- fezioni secondarie che possono verificarsi, dopo che tali misure sono state introdotte in un determinato territorio. ( R.N.T. ) Il potenziale di trasmissibilità Il parametro «Erre con zero» nostra madre terra

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=