Missioni Consolata - Luglio 2020
anni che gli aveva fatto un’a- zienda edile di Grugliasco. L’hanno messo in cassa integra- zione, ma non sa come avrebbe fatto, senza l’aiuto alimentare dato alla Salette. I soldi sono ar- rivati solo mesi dopo. K. voleva andare a trovare la sua famiglia in Mali, ma senza il passaporto non può farlo. Durante l’emer- genza, fino al 18 maggio era im- possibile accedere alle que- sture. «È da 10 anni che non torno a casa. Sono partito dal Mali quando avevo 15 anni, sono scappato alle 4 di mattina quando i miei dormivano. Da noi in alcuni villaggi non c’è nean- che l’acqua per bere e così la vita è troppo complicata». TORNARE A CASA Nel caso di D., un giovane del Ghana residente alla Salette dai tempi dell’occupazione, l’emer- genza coronavirus ha rafforzato la sua decisione di tornare a casa. «Mi alzo alle 4 del mattino, vado in giro e mi mandano a quel paese, mi chiamano negro. Tutti i giorni esce un nuovo de- creto sugli immigrati. Per quanto tempo dobbiamo continuare a essere immigrati e non per- sone?». Da qualche anno, D. prepara il suo ritorno e fa colti- vare un campo di anacardi e ca- cao che ha comprato a Kokooa, per vendere i prodotti sul posto. «Non dipendere da nessuno è una grande libertà umana. Io sa- rei tornato in Ghana nel 2013, sedendomi sulla sedia col mio sacco di dollari guadagnati in Li- bia. Ma mi hanno obbligato a venire in Italia». W. è della Guinea-Bissau. «Ho sempre lavorato nell’agricoltura. In Italia, per tre anni ho raccolto la verdura a Foggia. Il capo era cattivo, mi segnava sei ore quando ne avevo fatte nove. Poi nel 2014 sono arrivato a Torino, ho lavorato due anni a Saluzzo e lì raccoglievo pere, pesche. Nel 2019 sono arrivato alle Sa- lette e ho lavorato in un’azienda per raccogliere la menta senza contratto. Adesso volevo tor- nare a Saluzzo, ma con questa emergenza, se non hai un con- tratto non ti puoi muovere». W. è da cinque mesi che aspetta il rinnovo del permesso di soggiorno che vuole conver- tire da umanitario in lavorativo subordinato. Nei mesi prece- denti al coronavirus avendo con sé solo la ricevuta della do- manda di conversione, i datori di lavoro non si fidavano ad as- sumerlo. Inoltre, a marzo voleva andare a Saluzzo, ma il progetto Pas (Prima accoglienza stagio- nali) era chiuso per l’emergenza e senza un posto letto certifi- cato non gli facevano il con- tratto. «Durante l’emergenza coronavi- rus, le persone più vulnerabili erano quelle senza documenti e quelle che lavoravano in nero», racconta Eleonora Celoria, av- vocata e socia Asgi (Associa- zione studi giuridici dell’immi- grazione) che ha svolto un lungo periodo di volontariato alla Salette. «Loro non potevano spostarsi e, senza documenti, non potevano essere assunti, né dimostrare che si muove- vano per esigenze di lavoro. An- che per quanto riguarda gli stra- nieri in regola con i documenti, giovane senegalese e da cin- que anni vive alla Salette. Gra- zie alla diocesi, nel suo frigo non è mai mancato il cibo. Quando hanno imposto le mi- sure di contenimento, la borsa lavoro di D. è stata sospesa. «Lavoravo come carpentiere per fare scale in legno. Lavoravo solo quattro ore al giorno, ma ero contento. Prima ancora fa- cevo l’ambulante ma era un la- voro pericoloso. Compravo giubbotti e scarpe contraffatte a Napoli e li rivendevo a Niche- lino, Trofarello, Moncalieri. Un giorno un poliziotto in borghese mi ha fermato e ha detto: “Se vendi poca roba, non ti diciamo niente”. Però, mi sono spaven- tato e allora ho provato a cer- care un “capo” (datore di lavoro) a Saluzzo, ma non l’ho trovato. Allora sono andato in Francia, a Cannes, a vendere occhiali da sole, cappelli, orecchini sulla spiaggia». K., un ragazzo maliano, ha avuto una storia più fortunata. Quando è arrivato il lockdown, aveva ap- pena festeggiato la firma del contratto di apprendistato di tre Sotto: ancora l’ingresso della «Salette». Gli occu panti sono giovani uomini e si spo stano in preva lenza in bici. Qui: un corridoio all’interno del pa lazzo ristrutturato. Le condizioni di vita sono buone. * * MC A 55 luglio 2020 MC
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=