Missioni Consolata - Luglio 2020
L’ ex generale, ed ex primo ministro, Umaro Sissoco Embaló è il nuovo presidente della Guinea-Bissau. La sua investitura, il 27 febbraio scorso in un hotel di Bissau, sebbene sia avvenuta con l’avallo del presidente uscente José Mario Vaz, è stata indubbiamente un atto di forza. Giunge a chiusura della crisi elettorale ini- ziata con le presidenziali di dicembre o, più pro- babilmente, con le legislative di marzo 2019. L’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 ha avuto l’effetto di far passare le vicende bissau- guineane in secondo piano ed è tornata utile al nuovo uomo forte per «coprire» i suoi giochi in- terni. Una speranza delusa Ma veniamo ai fatti. L’ultimo anno è solo l’ultimo atto di una crisi politico istituzionale che il pic- colo paese dell’Africa dell’Ovest vive dal 2015. Nel 2014 l’elezione del presidente José Mario Vaz aveva lasciato sperare che la Guinea-Bissau vol- tasse pagina con le dittature e i colpi di stato che hanno contraddistinto la sua storia. Ma così non è stato. Dopo aver nominato, nel luglio dello stesso anno, come primo ministro, il progressista Do- mingos Simões Pereira, i due sono entrati in contrasto. Entrambi Vaz e Pereira sono del Paigc (Partito africano per l’indipendenza della Guinea e di Capo verde), il partito storico dell’indipen- denza dal Portogallo nel 1974. Appena un anno dopo Pereira viene mandato via e inizia la crisi istituzionale. Diversi sono i politici che si susse- guono sulla poltrona da premier. Una novità delle legislative di marzo 2019 è stato il Madem-G15, un nuovo partito creato per l’oc- casione e ben finanziato, che è riuscito ad arri- vare al secondo posto, dopo il Paigc che ancora prevale nell’Assemblea nazionale con 52 deputati su 102. Guinea-Bissau MC luglio 2020 47 LE INTRICATE VICENDE POLITICHE DI UN PICCOLO NARCO STATO Democrazia? «Siamo in Africa!» La Guinea-Bissau è stata per anni il punto di passaggio del traffico di cocaina dal Sudamerica all’Europa. Nel 2014 sembrava esserci stato un cambiamento nella dirigenza del paese. Ma l’elezione, contestata, del nuovo presidente, pare riportare alla ribalta la classe dei militari-narcos. di MARCO BELLO ©AFP/ Seyllou
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