Missioni Consolata - Luglio 2020
Guinea-Bissau MC opera sua. Prima del nostro arrivo, Dio stava già lavorando con il suo popolo. Aveva già fatto sto- ria con loro. Era poi giunto il momento di sco- prire il seme che Dio aveva seminato per aiutarli a farlo crescere, ma anche i frutti maturi da co- gliere, appunto, dalla loro esperienza dell’invisi- bile (Dio) secondo la loro spiritualità tradizionale. Oggi siamo sempre più consapevoli di questa ve- rità: il primo compito della missionaria è ricono- scere il cammino che Dio ha fatto con il suo popolo e la sua presenza attuale. Vale la pena sottolineare che nei villaggi in cui siamo andate senza essere state chiamate, le attività di evan- gelizzazione non sono continuate, per mancanza di interesse da parte della popolazione. L’evangelizzazione è accompagnata dalla promo- zione di tutta la persona, quindi la promozione umana è una dimensione importante della no- stra pastorale. Perché il «centro» della missione sono l’uomo e la donna che vivono un momento decisivo nel loro processo storico. E il Cristo che proclamiamo vive già in mezzo al suo popolo, per condurlo alla piena liberazione. Personalmente, posso dire che sono stata evan- gelizzata da loro, perché oggi, dopo dodici anni di missione con loro e in mezzo a loro, mi sento più cristiana, più missionaria. L’inculturazione A partire dalla creazione della diocesi di Bissau (1977), la Chiesa in Guinea-Bissau ha preso co- scienza della necessità dell’incontro del Vangelo con le culture, cioè dell’inculturazione della fede. L’inculturazione, il dialogo interreligioso e inter- etnico sono tra gli obiettivi principali della Chiesa locale. La Chiesa, ogni giorno, sta diventando consapevole che se non si incarna nella cultura del suo popolo, l’evangelizzazione continuerà ad essere superficiale e la Chiesa avrà dei cristiani senza un’identità propria, cristiani mancanti di una integrazione con la propria tradizione. Come dice Paulo Suess, «la meta dell’incultura- zione è la liberazione, e il cammino della libera- zione è l’inculturazione» (cfr. P. Suess, Caminhar descalço sobre pedras: uma releitura da Confe- rencia de Santo Domingos , in Instituto Humani- tas, Cadernos de Teologia Publicas, 19-20). E «solo con il messaggio rivelato dal di dentro, ogni popolo nella rispettiva cultura può vera- mente lodare il Signore nella propria lingua e con i propri termini», come dice Appiah-Kubi (cfr. F. A. Oborji, La teologia africana e l’evangelizza- zione , Press, Roma 2016, 69-70). Perciò per una Chiesa dal volto guineano, ci vuole una evange- lizzazione puntata sul dialogo con le culture e con la religione tradizionale. Cura del Creato Riguardo al creato, i guineani, in generale nella loro tradizione hanno profonda venerazione per la natura. Dalla natura prendono le erbe per le luglio 2020 45 Personalmente posso dire che sono stata evangelizzata da loro. Oggi mi sento più cri- stiana, più missionaria. “ Sopra: suor Anélia con un tipico vestito afri cano. Qui: attività di alfabe tizzazione con le donne della missione.
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