Missioni Consolata - Luglio 2020

Nel campo della promozione della donna, ope- riamo nei due centri di formazione con varie atti- vità: alfabetizzazione, taglio e cucito, ricamo, cucina, tintura di stoffa, trasformazione della frutta, e altro. Fra i Bijagós, nell’isola di Bubaque, sin dall’inizio una grande sfida per il lavoro missionario è stato ed è la formazione delle giovani circa il valore della vita, la dignità della donna, le conseguenze drammatiche dell’aborto, e la contaminazione da virus Hiv. Il lavoro di promozione femminile è ri- volto a tutte le donne, indipendentemente dalla loro religione. L’obiettivo è sempre quello di risvegliare una maggiore consapevolezza del valore della vita e della dignità della donna, del suo ruolo nella fa- miglia e nella società. Questo è annuncio della Buona Notizia, perché è opera di costruzione del regno di Dio. Nel campo dell’educazione, la formazione peda- gogica dei professori è stata sin dall’inizio una nostra priorità. Oggi nelle due scuole superiori che seguiamo, ci sono circa 1.650 studenti, e un centinaio di bambini in una scuola materna. Queste scuole sono rivolte a tutta la popola- zione, ossia, cristiani e non cristiani. È impor- tante sottolineare che un professore musulmano del nostro liceo, ha scelto di diventare cristiano. Il motivo è stato la testimonianza dei suoi colle- ghi insegnanti. Qui vogliamo sempre offrire una formazione integrale ai giovani, favorire coloro che vivono lontano dalla città e che non hanno altre possibilità di andare a scuola. Essere presenti nel quotidiano In sintesi, possiamo dire che noi, missionarie della Consolata in Guinea-Bissau, sin dall’inizio abbiamo scelto il dialogo come metodo per vi- vere la missione attraverso la vicinanza, l’amici- zia, la testimonianza, la presenza. Io ho imparato che uno dei modi migliori per conoscere la cul- tura, gli usi e costumi delle persone è essere pre- sente nella vita del popolo: gradualmente smetti di essere uno straniero e sei accolto come amico. La missione come presenza rispetta tutte le tra- dizioni religiose e le culture. In questo senso, vo- gliamo sottolineare che la religione tradizionale, come qualsiasi altra religione, ha diritto al dia- logo e ad essere rispettata. A questo riguardo ab- biamo ancora tanto da imparare, perché solitamente guardiamo i seguaci della religione tradizionale come coloro che, quasi obbligatoria- mente, devono convertirsi al cristianesimo per essere salvati. La metodologia che abbiamo usato all’inizio per raggiungere i nostri obiettivi è ancora valida, per- ché abbiamo cercato di percorrere la strada of- ferta dal Concilio Vaticano II. Considerando, però, che la società cambia rapidamente, dobbiamo pensare a nuovi metodi e a nuove strategie. Ad esempio: come deve essere fatto l’annuncio ai non cristiani? Come considerare le altre tradizioni ssier 42 luglio 2020 religiose? Come rendere l’annuncio attraente per chi lo ascolta in un mondo così complesso? Per- tanto, il nostro modo di «fare» la missione deve adattarsi ai tempi, soprattutto il nostro modo di vivere e relazionarci con la gente deve suscitare dei perché, e suscitare inquietudini. Come diceva san Giovanni Paolo II, «Prima dell’azione, la mis- sione è testimonianza e irradiazione». L’incontro con i popoli In alcune zone, i primi contatti con il popolo ci hanno fatte sentire animate e incoraggiate per l’accoglienza calorosa, l’entusiasmo, il rispetto e l’aiuto ricevuto, e anche per l’apertura e la sem- plicità, l’amore e la serietà con le quali le per- sone hanno accolto il Vangelo. In altre zone, invece, anche se l’accoglienza non ci è mancata, la preoccupazione della gente, l’interesse era so- prattutto per il sociale, anche se poi hanno chie- sto la catechesi. Spesso questo capita anche oggi, e in forma abbastanza accentuata fra il po- polo Bijagós, che si presenta molto bisognoso (educazione, salute e altri progetti). Forse perché è un popolo isolato, e in certo senso dimenticato dallo stato. Risultati incoraggianti Abbiamo tuttavia notato cambiamenti significa- tivi. Nel campo pastorale la formazione cristiana ha prodotto nelle persone un cambio di menta- lità. Per esempio, le famiglie cristiane hanno un modo diverso di educare i figli, di organizzarsi

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