Missioni Consolata - Luglio 2020
di papa Giovanni XXIII all’aper- tura del Concilio Vaticano II nel 1962, in piazza san Pietro, illumi- nata da migliaia di fiaccole». «Cari figlioli, disse pressappoco il papa buono, oggi abbiamo ter- minato una giornata di pace. Sta- notte anche la luna in cielo è ve- nuta a pregare con noi... An- dando a casa, troverete i bam- bini. Fate una carezza ai vostri bambini e dite loro: questa è la carezza del papa!». «E noi faremo altrettanto», hanno concluso i due. BIMBI CHE FANNO PIPÌ Tempo fa il centro si è sobbar- cato una spesa corposa fuori programma. Erano attesi un’ot- tantina di ragazzi, tra cui nume- rosi bimbi. Come proteggere i materassi se non comprando teli di plastica impermeabili alla pipì? Ecco la spesa extra. Con i bambini c’erano alcuni ge- nitori ed educatori. Hanno sog- giornato al centro per 15 giorni, al termine dei quali, ai più grandi è stato rivelato che erano nati sieropositivi al virus dell’Aids. In quel giorno si sono alzate stra- zianti grida di dolore nel centro. Anche i ragazzi sieropositivi sono nostri «clienti». ELEVARE L’AMBIENTE Ebbene, dopo una complessa gestazione, nel 2008, i missio- nari della Consolata diedero alla luce il Consolata mission centre per offrire a tutti un luogo in cui pregare, pensare e cambiare. È un punto di riferimento per l’in- tero Tanzania con la parola «mis- sione» al centro. La struttura ospita pure la reda- zione della rivista in lingua swahili «Enendeni» (Andate): mo- desta nella veste tipografica, ma significativa nei contenuti, spe- cialmente in tema di formazione, pace, giustizia. L’editoriale di marzo 2020 recita: «Se manchi di giustizia, le tue preghiere, i tuoi digiuni, le tue of- ferte, sono ipocrisia». Espres- sioni forse scontate in Italia, non in Tanzania. Delle quattro riviste cattoliche del paese, Enendeni non è la… peggiore! MC A 25 luglio 2020 MC IL MINISTRO DELL’INTERNO Alcune settimane fa è comparso al nostro centro un pezzo da no- vanta del governo. Un incidente stradale gli aveva strappato il fi- glio maggiore, ventenne. L’uomo si era chiuso in camera per quat- tro giorni, solo nella sua dispera- zione, affogando nel whisky. Un giorno, mentre sedeva in par- lamento accanto al presidente della Repubblica, è stato sco- perto dal suo alito cattivo. È stato svergognato in pubblico dal presidente stesso e rimosso dal suo ufficio seduta stante. Era ministro dell’Interno. È arrivato al Consolata mission centre con la moglie taciturna. Entrambi in cerca di serenità. Dopo una setti- mana di riflessione, prima di rin- casare, hanno chiesto: «Padre, ci ripeta ancora il discorso notturno La luce che il faro del Consolata mission centre sprigiona è pure ecumenica e interreligiosa, giac- ché il centro ha aperto i cancelli anche a non cattolici: luterani, anglicani, pentecostali; senza escludere i musulmani. PROTESTANTI IN ARRIVO «E chi è costui?», mi sono detto un giorno. «Dall’abbigliamento sembra un pastore luterano». Tutte le volte che ne incontro uno, ricordo padre Igino Lumetti, buon’anima, che quarant’anni fa cercò di aiutare un pastore pro- testante rimasto in panne sulla strada per un guasto all’auto. Pa- dre Igino gli si accostò. Ma il pro- testante, quando seppe che era un prete cattolico, rifiutò l’offerta. Ora, cosa è venuto a fare al Con- solata mission centre questo «eretico» in camicia nera e col- letto clericale romano? «Padre - ha esordito l’ospite -, complimenti per questo magni- fico centro. È un luogo che sa leggere e interpretare i segni dei tempi alla luce del Vangelo. Ne abbiamo assoluto bisogno». Avendo vissuto sette anni a Roma e trentaquattro a Torino, mi è venuto spontaneo pensare: «Cavolo! Quanta acqua è pas- sata sotto i ponti del Tevere e del Po!». Come sono mutati i rap- porti con i protestanti. " Il centro ha aperto i cancelli anche a non cattolici: luterani, anglicani, pentecostali; senza escludere i musulmani. © Af MC / Francesco Bernardi
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