Missioni Consolata - Luglio 2020
23 luglio 2020 MC istituti religiosi, laici. Settantadue persone in tutto. Method Kilaini, vescovo ausiliare di Bukoba, città tanzaniana sul lago Vittoria, disse: «Come sto- rico, io ammiro i missionari. Am- miro il loro coraggio, la loro forza, nonché la loro capacità di capire la nostra lingua e cultura. Molti di loro hanno anche criti- cato il nostro modo di vivere. Tuttavia, nel complesso, hanno contribuito molto a documentare e salvare gli elementi positivi della nostra cultura». Qui: padre Francesco Bernardi, ex direttore di Missioni Consolata , parla a un gruppo di giovani pro venienti dalla parrocchia Maria re gina delle missioni di Torino, in vi sita al Consolata mission centre di Bunju nell’estate 2019. Qui sotto: un’immagine della sala conferenze piena di uditori. Sotto a sinistra: vista del Consolata mission centre . * * * di nuovo garrulo nel suo verde lussureggiante. È un albero beneaugurante per il nostro centro, infatti si chiama mwa arobaini , «di quaranta», perché si dice che guarisca qua- ranta malattie. ARRIVANO I CARDINALI Oggi, chi frequenta il centro, rin- grazia e complimenta i missio- nari della Consolata per «aver pensato in grande e in bello». Il Consolata mission centre viene additato come un faro che illu- mina presente e futuro, tutto e tutti. E veramente ne usufrui- scono proprio tutti: uomini e donne a livello personale o rac- colti in movimenti o gruppi, pro- fessori e studenti d’università, di- fensori dell’ambiente e dei diritti umani, bambini. Numerose suore. Seminaristi, preti, vescovi. E proprio i vescovi furono fra i primi «clienti». Come non ricordare l’incontro che fu ospitato dal 28 giugno al 5 luglio del 2009, richiesto dalla congregazione per la Dottrina della fede di Roma? Vi partecipa- rono i presidenti delle Commis- sioni episcopali teologiche del- l’intera Africa. Tra i circa trenta prelati presenti, c’erano, da Roma, il cardinale Le- vada e l’arcivescovo Ladaria; dal Senegal, il cardinale Sarr; dal Ghana il cardinale Turkson; dal Congo l’arcivescovo Mon- sengwo. L’eucaristia di apertura fu presieduta dal cardinale di Dar es Salaam, Polycarp Pengo. L’anno successivo, dal 4 al 7 no- vembre, ci fu un congresso mis- sionario. Vi parteciparono ve- scovi, professori di università, missionari e missionarie di vari CATECHISTI E GIOVANI I frequentatori prediletti del Con- solata mission centre sono i ca- techisti e i giovani. Il centro è stato pensato e realizzato spe- cialmente per loro. I catechisti sono la spina dorsale dell’evangelizzazione. Il sacer- dote, senza il catechista, fini- rebbe per essere solo un «distri- butore» di sacramenti e sacra- mentali all’ultimo istante. Sì, certo, il presbitero la notte di Pasqua o il lunedì dell’angelo battezza persino 150 persone. Ma chi le ha preparate? Il cate- chista. E chi visita gli ammalati, chi prepara i fidanzati al matri- monio, chi celebra i funerali? Il catechista. Sempre lui. E quasi sempre «sottopagato», pur avendo famiglia. I catechisti, nel Consolata mis- sion centre trovano una forma- zione accurata e approfondita at- traverso corsi settimanali, sotto il patrocinio dell’ufficio catechetico diocesano di Dar es Salaam. MC A Spiritualità | Cultura | Formazione | Accoglienza | Incontro " In quel giorno si sono alzate strazianti grida di dolore nel centro. Anche i ragazzi sieropositivi sono nostri «clienti». © Af MC / Francesco Bernardi © Emanuele Maglioli
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