Missioni Consolata - Luglio 2020
Il «Consolata mission centre» di Bunju SI APRONO I CANCELLI pare, nel maestoso salone, a di- battiti e conferenze con oratori che intrattengono l’uditorio con scritti, filmati e power point. Inoltre ci sono sale, salette e quattro gazebo per discussioni di gruppo. E alberi, aiuole, fiori. Maree di fiori estasianti. Benvenuti nel Consolata mission centre. Siete a Bunju, 35 chilo- metri a Nord di Dar es Salaam («porto della pace»), la metropoli del Tanzania, ricca di circa sei milioni di persone. Se procedete ancora verso Nord per altri 35 chilometri, ecco Ba- gamoyo, ex porto degli schiavi, razziati dall’intero paese. «Baga- moyo» significa «lascia il tuo cuore», proprio in riferimento agli schiavi deportati. Nel 2008, quando il Consolata mission centre spalancò cancelli, porte e finestre, la prima impres- sione del visitatore poteva es- sere: «È un enorme apparato im- merso nella confusione e nel nulla». Vero. L’ambiente circo- stante era una spianata inselvati- chita, un groviglio di rovi, ser- penti e sporcizia. Ebbene, pulizia subito. «Pian- tiamo alberi degni di tale nome. Piantiamo, ad esempio, mwa arobaini ». Mwa arobaini è un albero di ori- gine indiana, che incuriosisce e incanta. È tenacissimo. Resiste alla siccità come pochissimi. Ha una vitalità che non conosce re- more. I suoi rami entrano presto in casa, se non li ridimensioni de- bitamente. Infatti la gente lo massacra quando lo pota, e lo abbandona con moncherini che gridano pietà. Ma, poco dopo, è S ul pavimento spicca a caratteri cubitali e isto- riati la data «2008». È l’anno in cui fu inau- gurata la chiesa del «Consolata mission centre». È l’anno in cui il centro aprì i suoi battenti: la porta con bassorilievi della chiesa e quella del salone conferenze; le porte ariose della sala da pranzo e della cucina; quelle della casa dei missionari e delle camere per gli ospiti. Al Consolata mission centre pos- sono dormire comodamente cento persone; in 250 possono sedersi attorno alla tradizionale polenta e ad altre saporite vi- vande; in 300 possono parteci- Dal 2008 il Consolata mission centre è luogo di formazione, incontro, scambio, crescita. Giovani, vescovi, protestanti, musulmani, personalità, atti- visti dei diritti umani, bambini sieropositivi all’Hiv: ciascuno trova lì uno spazio per proseguire la sua strada con maggiore consapevolezza e verità. di FRANCESCO BERNARDI TANZANIA MC A © Af MC / Francesco Bernardi
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