Missioni Consolata - Luglio 2020
nella condivisione del cammino delle comunità originarie, cele- brando la fratellanza, che per me è la migliore definizione di missione. CONDIVIDERE IL CAMMINO CON I POPOLI ORIGINARI Il cammino condiviso con i po- poli indigeni è un vero appren- distato in cui l’agente pastorale - laico, religioso, missionario - accede a una profonda e collet- tiva esperienza dello Spirito che in tutto esercita il primato, che vive ed è presente in ogni forma del Creato. Questo atteggia- mento contemplativo e vitale of- fre alla Chiesa e all’umanità una profetica purificazione di fronte al secolarismo imperante e alla perdita dei valori spirituali e del senso della vita. Inoltre, la sfida dell’incultura- zione obbliga oggi più che mai a valorizzare l’esperienza reli- giosa dei popoli originari che credono che il Dio di Gesù Cri- sto sia stato presente e abbia operato da sempre nelle loro culture e successivamente fu loro annunciato nel Vangelo. Di questo Gesù di Nazareth fa gioiosa esperienza il missiona- rio nel suo quotidiano cammi- nare con i popoli. Si arriva così * ARGENTINA 20 luglio 2020 MC Il coronavirus in Argentina Tantauva, poca solidarietà A anche in Argentina è arrivato il virus della Covid-19. Nell’attualità sembra che i casi siano relativamente pochi, sia di malati che di morti (27.373 positivi, 765 deceduti, all’11 giugno). Tuttavia, dare cifre di contagiati, quantità di tamponi, ricoverati con diversa gravità e deceduti, è molto relativo, se non azzardato, soprattutto con riferimento a quanto succede nelle grandi città (Buenos Aires, Rosario, Córdoba, Santa Fe, Mendoza) o in provincie dell’interno, ognuna con situazioni diverse. La maggior parte dei casi complicati si registra nella capitale e nella Gran Buenos Aires e in fase di lento però costante aumento, soprat- tutto negli insediamenti tipo «villas miserias». La situazione potrebbe aggravarsi in prossimità della stagione fredda di metà autunno e successivamente della prima parte dell’inverno. Il governo nazionale, in accordo con le provincie, ha adottato misure restrittive abbastanza rigide (un lockdown dal 19 marzo fino al 7 giu- gno), ma c’è parecchia incertezza circa la decisione di un allenta- mento delle stesse e l’inizio delle fasi che permetterebbero l’apertura graduale delle varie attività sia istituzionali (istruzione, giustizia ecc.) che private (produzione, commercio, sport ecc.). C i sono state eccezioni, nel contesto generale dell’isolamento so- ciale, che hanno permesso lo svolgimento di alcune attività produttive. Tra queste, nella provincia di Mendoza, è stata au- torizzata la vendemmia, iniziata alla fine di dicembre e conclusa a fine aprile. Quella della vendemmia è un’attività che attrae molta mano d’opera proveniente dalle provincie del Nord Ovest (Salta e Jujuy) e anche da alcune più lontane come Formosa, del Nord Est del paese. Molti operai appartengono a comunità indigene. Quest’anno si è verificata una situazione molto complicata, per quanto riguarda il ritorno a casa di quanti erano stati impegnati nella raccolta non solo dell’uva ma anche delle olive e delle mele cotogne, che è coincisa con le misure di restrizione che non consentivano il viaggio di ritorno al luogo di provenienza: un doloroso panorama di centinaia di lavoratori e lavoratrici mi- granti rurali, bloccati nei terminal dei bus. È stato un vero dramma umano che ha evidenziato l’assembramento di in- tere famiglie, in condizioni sanitarie d’emergenza in mezzo alla pandemia della Covid-19, nell’incerta e lunga at- tesa che le imprese di pullman riceves- sero l’autorizzazione per il viaggio di ri- torno, pur avendo già riscosso i soldi del biglietto. Le autorità governative pro- vinciali hanno brillato per la loro as- senza, nonostante il permesso ottenuto per realizzare la vendemmia che senz’altro ha favorito le grandi imprese vitivinicole. L’inumana situazione crea- tasi potrebbe essere definita «la ven- demmia dello scarto». Le varie équipe di pastorale aborigena, così come la pastorale dei migranti e al- tre organizzazioni solidali hanno cer- cato di collaborare per alleviare tanta sofferenza, sia in occasione del ritorno come dell’arrivo delle persone alle pro- prie comunità d’appartenza. José (Giuseppe) Auletta
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