Missioni Consolata - Luglio 2020

indigeni in Argentina sono l’e- spressione concreta del nostro «ad gentes». Dedicarci a loro ha a che vedere con il nostro cari- sma. Scoprire e inserirmi in que- sta realtà mi ha fatto sentire in sintonia con quel carisma. !QUI NON CI SONO INDIGENI" È stata, ed è, una gioia e una soddisfazione lavorare con lo spirito di Endepa, partecipando al suo impegno con i popoli in- digeni e con la Chiesa locale, anche se - proprio a livello di Chiesa e di società - si fa fatica a superare l’idea che, in Argen- tina, «non ci siano indigeni». Invece, i popoli indigeni sono una realtà evidente, soprattutto se consideriamo il momento forte dell’auto-riconoscimento della propria identità, in occa- sione della riforma della Carta costituzionale. La prima Costituzione risaliva al 1853. Nel 1994, quando fu fatta la riforma, a cui anch’io parteci- pai, vedevamo i rappresentanti dei popoli indigeni che si aggi- ravano negli spazi dell’Assem- blea costituente rendendo evi- dente la loro presenza, dal primo all’ultimo giorno. Li chia- mavano i «Costituenti di corri- doio». Sempre in contatto con un costituente o un altro, per dire loro con tutta chiarezza: «Noi siamo qui, esistiamo e ab- biamo diritti!». Che cosa successe con questa riforma? Dopo tante discussioni, venne approvato l’articolo 75 comma 17, che finalmente rico- nobbe la preesistenza etnica e culturale dei popoli indigeni, il diritto alla terra, il diritto all’edu- cazione bilingue e intercultu- rale, il diritto a essere consultati su questioni che li riguardano, soprattutto circa l’uso delle ri- sorse (beni) e del territorio. En- trare nella Costituzione rappre- sentava il riconoscimento del- l’Argentina come paese pluriet- nico e plurinazionale. In tutto questo cammino En- depa è stata presente. Attual- mente faccio parte del Coordi- namento nazionale che è com- posto da una coordinatrice pre- sidente e due coordinatori per le tre regioni (Sud, Nord Ovest e Nord Est). Io rappresento la re- gione Nord Ovest, insieme con un’altra persona. Questa appartenenza permette di sentirmi ed essere conside- rato semplicemente un fratello, CON LO SPIRITO DI ENDEPA Sin dai primi anni nel Chaco co- minciai a essere in contatto con Endepa (Équipe nazionale di pa- storale aborigena). Endepa mi ha aiutato a essere sempre più concreto e chiaro in questo impegno: prima inse- gnandomi - con incontri e for- mazioni - i criteri di accompa- gnamento, poi assegnandomi alcune responsabilità nella sua struttura organizzativa. Vissi così una prima tappa, nel Chaco, di 17 anni, a cui fece se- guito una seconda di 13, pas- sando dal Nord Est al Nord Ovest, nella diocesi di Orán (provincia di Salta), dove ebbi a che fare con una pluralità etnica molto più varia: Tupí Guaraní, Kolla, Wichi, Tapiete, Chorote e altri. Come avevo fatto nel Chaco, dovetti seguire problemi di con- flitti per la terra, nei quali m’im- pegnai con tutte le mie forze. L’essere in contatto con quella realtà fu per me sorgente di una grande forza. Vedevo negli indi- geni non solo la sofferenza e la fatica di andare avanti per colpa della violenza dei latifondisti e delle multinazionali, ma anche la fiducia che, alla fine, la giusti- zia avrebbe avuto l’ultima pa- rola. Questa testimonianza di resi- stenza indigena fu per me un gran regalo, rafforzando sempre più la convinzione che i popoli Popoli indigeni | Interculturalità | Missionari Consolata A sinistra: donna Rosalba Luxero della Comunità El Puerto, mentre lavora al telaio, importante attività artigianale degli Huarpe. * MC A 19 luglio 2020 MC " " Non esiste un pensiero unico, una sola cultura, una sola storia, un’unica espressione della verità. L’Argentina è un paese plurietnico e pluriculturale. L’INTERCULTURALITÀ ● È un modo di intendere e orientare il nostro comporta- mento sociale. Quando ci de- cidiamo a cercarla, la incon- triamo nella capacità di ascol- tare l’altro, sapendo che que- sto scambio favorisce crescita e arricchimento reciproci. ● L’interculturalità non pre- tende di fare di due uno, ma di rispettare ogni parte del tutto. Un rispetto che com- prende ogni cultura, ogni forma di espressione, ogni sviluppo, ogni valore sociale e giuridico, ogni voce, ogni po- polo. ● L’interculturalità ha biso- gno di una interazione paci- fica e di un contesto di ugua- glianza. Probabilmente, parte dell’umanità fa ancora fatica a capire che non esiste un pen- siero unico, una sola cultura, una sola storia o un’unica espressione della verità. Nel caso dell’Argentina, que- sto sforzo di comprensione fu fatto, in termini istituzionali, grazie alla riforma della Costi- tuzione nazionale dell’anno 1994, una tappa fondamentale per i popoli indigeni. Anche se fra la parola scritta e la realtà rimane una grande distanza. ● L’interculturalità esprime la possibilità di un nuovo para- digma, più giusto, più equo e, perciò, più umano. J. Au.

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