Missioni Consolata - Luglio 2020
17 luglio 2020 MC AMPLIFICARE LA VOCE INDIGENA ARGENTINA MC A L a presenza dei missio- nari della Consolata in Argentina risale al 1946. Gli inizi ci situa- rono fra Buenos Aires e Rosario. Dopo pochi anni ci fu la richiesta del vescovo di Resi- stencia (Chaco), mons. Nicola De Carlo (1940-1951), di dedi- carci all’evangelizzazione degli indigeni Tobas, presenti sia nella provincia del Chaco che in quella di Formosa, al Nord Est dell’Argentina. Il servizio in quel- l’ampia zona andò avanti per un po’ di anni e poi si orientò più che altro a sopperire alla man- canza di clero nella Chiesa lo- cale. Ad ogni modo, il fatto che si ri- chiedesse a noi missionari, pro- prio agli inizi della nostra pre- senza nel paese, e appellandosi allo specifico carisma «ad gen- tes», di dedicarci ai popoli indi- geni, non è un segno da trascu- rare. La scelta indigena appare an- che negli atti delle Conferenze del nostro istituto. Nell’ultima, si è anche deciso la creazione della vicaria dei popoli indigeni a Yuto (provincia di Juijuy), dove c'è una popolazione guaranì nu- mericamente e culturalmente si- gnificativa e dove già presta servizio un nostro confratello, padre Thomas Ishengoma. Anche in Argentina i missionari della Consolata hanno scelto di operare tra i popoli indigeni. Padre José (Giuseppe) Auletta, oggi tra i Huarpe della pro- vincia di Mendoza, racconta i motivi di questa scelta partendo dalla propria esperienza personale. di JOSÉ ( GIUSEPPE) AULETTA © José Auletta Perché lavorare tra i popoli nativi A destra: donna Rosita Jofré della Comunità huarpe di Asunción. *
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