Missioni Consolata - Giugno 2020
LA SCOMPARSA DI LUIS SEPÚLVEDA « Vola solo chi osa farlo» «R imasi con il popolo Shuar nella selva amazzonica. Durante tutto quel tempo mi accettarono come uno di loro, anche se ero totalmente diverso. La cosa straordinaria fu che mi accetta- rono proprio per questo, perché ero diverso. Da loro appresi la lingua e il rispetto per i delicati equilibri di Madre Terra». Così diceva Luis Sepúlveda quando ricordava la sua esperienza nell’Amazzonia ecuadoriana in- sieme ai popoli indigeni. Il grande scrittore e attivista ci- leno ci ha lasciato il 16 aprile 2020, a causa del Covid-19. Era nato a Ovalle, una città a Nord di Santiago, in Cile, il 4 ottobre 1949. Da ragazzo leggeva ro- manzi di avventura di Cervan- tes, Salgari, Conrad, Melville e la vocazione letteraria si manifestò già al liceo di Santiago quando iniziò a pubblicare poesie sul giornalino dell’istituto. A dicias- Morto per il Covid-19 lo scorso 16 aprile, lo scrit- tore e attivista cileno mapuche era molto amato in Italia. Dagli adulti, ma anche dai più giovani. PRENDI IL LIBRO E MANGIA MC R librarsi di Antonella Rita Roscilli 81 giugno 2020 MC sette anni iniziò a lavorare come re- dattore del quotidiano Clarín e poi in radio. Nel 1969 vinse il Premio Casa de Las Américas con la raccolta di rac- conti «Crónicas de Pedro Na- die». Poi giunsero gli anni della militanza totale. Il 4 settembre 1970 Salvador Allende venne eletto presidente e la società ci- lena iniziò a rialzarsi. Sepúlveda durante quei mille giorni del go- veno di Allende partecipò alla democratizzazione del paese. Nel 1973 entrò a far parte della struttura militare del Partito so- cialista e divenne membro dei Gap, la guardia personale di Al- lende, ma l’11 settembre 1973 ci fu il colpo di stato militare di Au- gusto Pinochet. Venne instau- rata la dittatura. Luis venne arre- stato e torturato. Trascorse sette mesi in una cella piccolis- sima ove era impossibile stare in piedi o sdraiati. Anche la sua compagna, la poetessa cilena Carmen Yáñez, sposata nel 1971, subì la sua stessa sorte e subì come lui indicibili torture. Sepúlveda venne scarcerato grazie alle forti pressioni di Am- nesty International che lanciò una serrata campagna per la sua liberazione. Dopo quasi tre anni di carcere, «con molti denti in meno e cinquanta chili di peso», se ne andò a Valparaíso, L’ultimo volo Il nuovo coronavirus si è portato via anche Luis Sepúl- veda, grande scrittore cileno di origine mapuche (da parte di madre), attivista politico e ambientalista appassionato. Oggi, in molti sostengono che questa straordinaria emer- genza mondiale potrebbe diventare un’opportunità per un nuovo inizio. Lo speriamo. Come sempre, dipenderà dagli uomini e dalle loro scelte. In una delle sue opere più popo- lari - Storia di una gabbia- nella e del gatto che le inse- gnò a volare - Sepúlveda im- magina una metafora par- tendo dal «volo». Lasciamo da parte le nostre paure sulle diversità, cerchiamo di volare alti e di sovvertire il pensiero comune per costruire qual- cosa di bello. Un anelito di ottimismo in un’epoca d’oscurità. Paolo Moiola © ActaulLitté
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