Missioni Consolata - Giugno 2020
ferenza di quelli a Dna, che ri- sultano molto più stabili. Questo comporta due cose: i vi- rus come i coronavirus sono molto più capaci di adattarsi a nuovi ospiti, tra cui l’uomo, ed è molto più difficile produrre un vaccino efficace nei loro con- fronti, perché le mutazioni gene- tiche del loro Rna si traducono in variazioni degli antigeni di su- perficie, verso i quali sono spesso diretti gli anticorpi sti- molati dai vaccini . Per produrre un vaccino efficace contro que- sti virus diventa pertanto neces- sario riuscire a individuare al loro interno qualche molecola che risulti stabile nel tempo. Questa è la difficoltà incontrata nella produzione di vaccini effi- caci a lungo termine per l’Aids e l’influenza, patologie provocate anch’esse da virus a Rna fre- quentemente mutanti. Quindi, l’attesa di un vaccino contro l’at- tuale pandemia sarà lunga, so- prattutto in considerazione del fatto che non esiste ancora un vaccino nemmeno per la Sars del 2003. LA TRAMISSIONE DEL VIRUS Il coronavirus dell’attuale pan- demia, come già quello della Sars, si trasmette da uomo a uomo in tre diversi modi: ⚫ per via aerea , per mezzo di gocce di saliva ( Flügge's dro- plets ) e dell’aerosol delle secre- zioni delle vie aeree superiori, soprattutto in caso di tosse o starnuto, ma anche durante una conversazione tra persone vi- cine meno di 1,8 metri, che viene perciò indicata come di- stanza minima di sicurezza; ⚫ per contatto diretto ravvici- nato , cioè con la stretta di mano, toccandosi successiva- mente occhi, naso e bocca con pangolino o ai cani randagi. Il salto di specie tra animali, e da questi all’uomo, è frutto di muta- zioni e adattamenti virali alla specie ospite favoriti dal tipo di genoma virale, cioè l’Rna. I virus a Rna - come i coronavirus, i fi- lovirus dell’Ebola, i paramixovi- rus come Hendra e Nipah (ri- spettivamente agenti eziologici di una grave sindrome respira- toria soprattutto equina in Au- stralia nel ’94 e di una forma di encefalite in Malesia nel ’98) - presentano mutazioni genetiche molto più frequentemente dei virus a Dna - come, per fare qualche esempio, l’Herpes virus o il Papilloma virus o quello del vaiolo (Poxvirus) -. I virus a Rna non possiedono, infatti, un effi- ciente sistema enzimatico di ri- parazione delle mutazioni, a dif- 58 giugno 2020 MC nostra madre terra Qui: un tampone. | In basso: l’info grafica mostra quando nasce e come si sviluppa una pandemia. * © Prachatai ci induce a pensare che tale pi- pistrello sia il principale serba- toio del virus. Si tratta, quindi, di una «zoonosi». Solitamente, il passaggio di un virus all’uomo da un animale serbatoio è favo- rito da un ospite di amplifica- zione , cioè un altro animale: nel caso della Sars è stato la civetta delle palme (non è il piccolo ra- pace da noi conosciuto, ma lo zibetto o mustang); nel caso della Mers è stato il cammello; nel caso della febbre emorra- gica di Marburg sono state le scimmie verdi importate dall’U- ganda per una fabbrica di vac- cini a Marburg in Germania. Nel caso dell’attuale coronavirus non è ancora stato identificato l’ospite intermedio anche se sono state fatte ipotesi relative a qualche specie di serpente, al S i chiamano coronavirus per via del loro aspetto. Si tratta infatti di particelle sferiche sormontate da una specie di corona formata dall’insieme di proteine superficiali a forma di spuntone, o spike , come vengono chiamate. In realtà, ogni spuntone è un trimero formato da tre glicoproteine S, che si legano specificamente al recettore Ace2 ( Angiotensin conver- ting enzyme 2 ) presente sulle cellule endoteliali dei vasi san- guigni dei polmoni, dei reni, dell’intestino, del cuore e di altri organi, tra cui l’encefalo, l’esofago e il fegato. Il virus presenta un rivestimento o envelope , costituito da una membrana ere- ditata dalla cellula ospite dopo averla infettata. Oltre alla pro- teina spike , che fuoriesce dal rivestimento e forma la corona, il virus presenta la proteina M, che attraversa il rivestimento ed interagisce all’interno del virione con il complesso Rna-pro- teina. C’è poi il dimero emoagglutinina-esterasi (He), sempre nel rivestimento virale e con una importante funzione nel ri- lascio del virus all’interno della cellula ospite. Un’altra pro- teina virale, la E, aiuta la glicoproteina S, e perciò il virus, a le- garsi al recettore Ace2 della cellula bersaglio. All’interno del virus si trova il suo genoma costituito da un singolo filamento di Rna a polarità positiva, delle dimensioni comprese tra 27 e 32 kb (chilobase), tra i più grandi conosciuti, che codifica per sette proteine virali ed è associato alla proteina N, la quale ne aumenta la stabilità. Il coronavirus possiede, inoltre, un en- zima responsabile della sua moltiplicazione, la polimerasi nsp 12, contro la quale sembra funzionare il «Remdesivir», un far- maco antivirale nato per la cura dell’Ebola. ( R.N.T. ) Nome e caratteristiche Esterno e interno dei coronavirus
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