Missioni Consolata - Giugno 2020

Nel segno del Mekong dei veicoli dei trasporti pubblici è sensibilmente migliorato rendendo i trasferimenti più conforte- voli. Solo vent’anni fa, spostarsi da un luogo al- l’altro del paese era insicuro a causa del banditismo e della guerriglia etnica; agli occiden- tali veniva sconsigliato di viaggiare in strada da Vientiane a Luang Prabang o nelle aree abitate da minoranze etniche meno presidiate dall’eser- cito. I mezzi pubblici erano rari e affollati e molti passeggeri erano costretti a spostarsi pigiati al- l’interno di abitacoli fatiscenti o affrontare il viaggio fermamente aggrappati sui portapacchi posti sul tetto. È ancora Thongbay Photisane a darci uno spac- cato della nuova vita nei villaggi dopo l’arrivo delle strade: «Nel villaggio i lavori per la costru- zione della nuova strada continuavano. Da mat- tina a sera si sentiva il rumore dei trattori, dei camion e delle ruspe. La strada, prima fangosa e piena di buche, divenne liscia e larga come mai prima d’allora. Gli abitanti del villaggio strinsero amicizia con i lavoratori e la strada, in prece- denza silenziosa e polverosa, prese nuova vita nel modo più straordinario. La sera i lavoratori si riunivano e si rilassavano mangiando e bevendo zione di presidente del Comitato di direzione della Laos-China Railway Construction Project , l’azienda statale (30% del governo laotiano e 70% del governo cinese) che sta costruendo la ferrovia e ne gestirà l’operatività. La popolazione laotiana ha accolto tutto som- mato favorevolmente il progetto, non solo per- ché nella nazione ogni forma di opposizione politica e sociale alle decisioni dell’Assemblea nazionale dominata dal Partito rivoluzionario popolare è ostacolata dal governo, ma anche per il fatto che sarà facilitato lo spostamento di per- sone e merci garantendo, almeno sulla carta, un miglioramento delle condizioni di vita. Nella no- vella Thi Pak Chai («Il rifugio del cuore»), lo scrit- tore Thongbay Photisane descrive bene l’atteggiamento che ho riscontrato nei villaggi toccati dal progetto sinolaotiano: «La notizia del- l’arrivo dei lavoratori che costruivano la strada si sparse di bocca in bocca e in ogni casa del villag- gio. I più anziani apprezzarono e furono contenti che l’unica strada esistente, ormai da diversi anni polverosa, sporca, fangosa e cosparsa di buche, sarebbe finalmente stata riparata e migliorata». Del resto, già in questi anni le reti di comunica- zione laotiane sono state oggetto di ampi inve- stimenti che si sono favorevolmente ripercossi sull’economia. Le vie, oltre ad essere state po- tenziate, possono contare su una buona qualità del manto stradale tanto che il 65% dei villaggi ha un accesso carrozzabile per tutto l’anno e solo il 7,9% della popolazione vive in villaggi comple- tamente isolati (nel 2005 era il 21%). I tempi di percorrenza si sono accorciati e anche il parco Nei prossimi anni, il Laos di oggi sarà soltanto un ricordo. “

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