Missioni Consolata - Giugno 2020

M A C E D O N I A Filipp Tessalonica Borea Ne Atene Il viaggio di Paolo Le possibili alternative 15. Il secondo viaggio di Paolo (At 16,1 - 17,15) C on il capitolo 16 degli Atti degli Apostoli, Luca, che si è prepa- rato il terreno finora con grande attenzione, sembra sentirsi più libero di narrare se- condo il gusto dei suoi ascolta- tori. Aumenta il respiro del rac- conto, solleva il tono della lin- gua, peraltro piena di termini tecnici e precisi, soprattutto ma- rinari e politici. Se teniamo conto che i titoli dei governanti cambiavano di città in città e di tempo in tempo, è ammirabile la correttezza con cui Luca li uti- lizza. Al centro della scena c’è Paolo, attorniato da tanti com- primari umani ma soprattutto spalleggiato dal vero protagoni- sta, lo Spirito Santo. Dopo aver sistemato le coordi- nate di fondo nei capitoli prece- denti, Luca ci permette di guar- dare come crescono le nuove comunità, con quali attenzioni, interessi e conseguenze. Nuovi collaboratori (at 16,1-5) A colpirci è innanzitutto il fatto che persino Paolo non si muove mai da solo. Nonostante le ten- sioni con Barnaba sulla compo- sizione della squadra (At 15,38- 39), Paolo non parte da solo, ma con Sila, importante mem- bro della comunità di Antiochia (At 15,22), per informare delle decisioni prese a Gerusalemme circa la circoncisione le chiese già fondate, per vagliarne lo stato di salute, e per procedere oltre. Attraversano la Siria, la cui capitale era Antiochia, poi la Ci- licia, ossia la regione di Tarso, e da lì raggiungono Derbe e Li- stra. Nel primo viaggio (At 14,6- 20) queste città sono state evangelizzate in ordine inverso, ma stavolta si decide di affron- tare il più frequentato ma impe- gnativo passo delle Porte di Ci- licia, alle spalle di Tarso. Sembra essere a Listra che Paolo incontra Timoteo, suo fondamentale collaboratore da adesso in poi (cfr. At 18,5; 19,22; 20,4; e, nelle lettere, Rom 16,21; 1 Cor 4,17; 2 Cor 1,19; Fil 2,19, e altri passi ancora; non è un caso che due delle tre lettere «pasto- rali» siano indirizzate a lui). Il caso di Timoteo è interes- sante. È figlio di una ebrea e di un «greco» (ossia, non ebreo) e, secondo la legge ebraica di al- lora, nel caso di matrimoni misti il figlio di una madre ebrea è ebreo e deve essere circonciso all’ottavo giorno, mentre nel caso inverso, di madre «gen- tile», si consiglia di attendere l’età adulta del figlio, perché sia lui a scegliere. Se deciderà di essere circonciso, dovrà rispet- tare la legge mosaica. Per Timo- teo però questa norma non era rispettata: egli infatti era un ebreo, ma non circonciso. A sor- presa, è Paolo a decidere di farlo circoncidere. Sembrerebbe paradossale: Paolo si era scontrato con la chiesa di Gerusalemme che pretendeva che i «greci» per diventare cri- stiani dovessero prima diventare ebrei (At 15,2), ma, nel caso di Ti- moteo, sembra quasi smentire se stesso. La ragione è spiegata da di Angelo Fracchia, biblista COSÌ STA SCRITTO ♦ atti degli apostoli una chiesa in uscita MC R Luca stesso: «A motivo dei giudei che si trovavano in quelle re- gioni» (At 16,2). A muovere l’agire di Paolo, evidentemente, non sono i diritti o le leggi, come dirà in modo esplicito anche ai Co- rinzi, anni dopo (cfr. 1 Cor 8,13). Sa bene che la circoncisione non è indispensabile, ma sa anche che sull’incirconcisione di Timoteo si potrebbe concentrare una pole- mica che distoglierebbe l’atten- zione dal Vangelo di Gesù. «Mi sono fatto tutto a tutti, per salvare a ogni costo qualcuno» (1 Cor 9,19-22). Al centro, per lui, ci sono comunque le persone e il Vangelo. 32 Giugno 2020 MC © KreativeZone

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