Missioni Consolata - Giugno 2020

sono così tanti attacchi contro la Chiesa, contro i missionari? Ti hanno addestrato per i guerri- glieri? Ti hanno distribuito armi?». Il vecchio catechista in- digeno rispose con l’eleganza di un diplomatico: «Guarda, i mis- sionari non hanno fatto quasi nulla per noi. Ci hanno aiutato a capire che siamo anche figli e fi- glie di Dio; che non dovremmo vergognarci della nostra lingua, perché quella è la lingua che Dio ci ha dato e dobbiamo colti- varla; che questa terra ci appar- tiene, perché i nostri antenati hanno vissuto qui per oltre tre- mila anni». Il primo passo che dom Aldo fece fu di continuare il percorso che i missionari stavano se- guendo: unire i popoli indigeni animando e sostenendo le as- semblee dei tuxawa e l’organiz- zazione del Consiglio indigeno di Roraima (Cir). Aveva un modo semplice e pra- tico per aiutare le comunità a capire l’importanza di unire le malocas di tutte le etnie indi- gene. Ne è un esempio quella che viene chiamata l'omelia delle bacchette: «Un ramo da solo è molto facile da spezzare, ma se metti insieme un fascio, questo non accadrà». La missione aiutò le comunità a superare la maledizione del be- stiame che invadeva e distrug- geva i campi, con l’idea che «il veleno del serpente è anche l’antidoto». Dom Aldo, i missio- nari e gli indigeni trovarono nello stesso bestiame la cura: il famoso progetto «Una mucca per gli indios», con il sostegno del compianto cardinale Ersilio Tonini e poi di papa Giovanni Paolo II, oggi santo. Dom Aldo cercò sempre di inve- stire molto nella formazione dei leader indigeni. Tutte le comu- nità crebbero con una grande ricchezza di ministeri e servizi, i laici furono aiutati a scoprire la loro vocazione missionaria, le assemblee diocesane si susse- guirono e la formazione dei laici decollò. Dom Aldo era un uomo aperto oltre il suo tempo. Un uomo che accolse con favore l’esperienza di comunione che la Confe- renza nazionale dei vescovi bra- siliani (Cnbb) aveva promosso a difesa della vita. Un uomo che segnò la regione amazzonica e la Chiesa in Brasile per la sua opzione in favore delle popola- zioni indigene e l’impegno a prendersi cura dell’Amazzonia. Negli anni ‘90, lui e in gruppo di vescovi ad Assisi, terra di San Francesco, lanciarono la grande campagna: «Un grido per la vita in Amazzonia». della Chiesa del Popolo di Dio. Dio gli ha concesso la grazia di essere un missionario in Africa per i popoli del Mozambico e qui in Brasile, a Roraima, con i po- poli indigeni, schiavi e vittime del mondo coloniale. Quindi, egli ha incarnato la Costituzione pastorale Gaudium et Spes : «Le gioie e le speranze, la tristezza e l’angoscia delle persone di oggi, specialmente dei poveri e di tutti coloro che soffrono, sono anche le gioie e le speranze, la tri- stezza e le ansie dei discepoli di Cristo». GLI ATTACCHI DELLE ÉLITE Nel 1967 papa Paolo VI scrisse l’enciclica Populorum Progres- sio , in cui affermava che la Chiesa ha l’obbligo di mettersi al servizio di tutti gli uomini e di tutta l’umanità, per aiutarli a passare da condizioni meno umane a più umane. Nel 1968 ebbe luogo la Conferenza di Medellín dell’episcopato lati- noamericano e, nel 1972, la Chiesa amazzonica brasiliana tradusse il documento di Medel- lín con l’incontro di Santarém. Nello stesso anno, la Chiesa aveva creato il Consiglio missio- nario indigenista (Cimi) 1 . Con tutto questo movimento e i se- gnali dello Spirito, dom Aldo bevve il Vangelo della libera- zione e della libertà umana. Quando arrivò a Roraima, nel 1975, egli trovò un clima che contagiava la vita e la missione. Dom Aldo, con i missionari della Chiesa di Roraima, divenne il migliore alleato dei popoli indi- geni. Ecco perché venivano ad- ditati con disprezzo dall’élite lo- cale che affermava che la Chiesa cattolica era «dannosa» per la società di Roraima. Ri- cordo le risposte di un vecchio indigeno catechista, quando fu intervistato da un giornalista su una stazione radio governativa. Il giornalista chiese: «Perché ci Popoli indigeni | Amazzonia | Roraima A destra: un cartellone stradale dei latifondisti contro la Chiesa cattolica di Roraima per il suo sup porto alla causa indigena. A sinistra: dom Aldo Mongiano con dom Roque Paloschi nel 2013. * MC A 29 giugno 2020 MC © Carlo Zacquini " Per politici e media dom Aldo era un nemico di Roraima.

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