Missioni Consolata - Giugno 2020

28 85 anni, insistette per cammi- nare con i gruppi di pastorale sociale e i movimenti popolari nell’ambito delle manifestazioni per il Grido degli esclusi ( Grito dos excluído s). All’inizio della camminata, il vescovo emerito mi disse: «Dom Roque, è impor- tante sostenere la lotta dei gruppi pastorali e dei movimenti popolari». Il 17 settembre di quello stesso 2005 fu bruciata e distrutta la missione di Surumu, sede delle grandi assemblee dei tuxawa (capi indigeni) e della scuola di formazione di insegnati e leader indigeni. Tutto, in poche ore, fu trasformato in ceneri da un gruppo di persone potenti e contrarie al diritto alla terra e all’autonomia dei Macuxi, Wa- pixana, Ingaricó e degli altri po- poi indigeni di Roraima. Potevo vedere la sofferenza, il dolore che provava dom Aldo. La setti- mana seguente andammo a Su- rumu e, in mezzo alle ceneri e alle macerie, disse: «È dalle ce- neri che costruiremo il futuro dei popoli indigeni con la forza e il coraggio che Dio ci darà». A quei tempi la compagnia e la presenza di dom Aldo furono molto importanti per me, gio- vane vescovo, e per gli indigeni, generando in noi sicurezza e coraggio. * ITALIA BRASILE ACCANTO ALLE VITTIME Alcuni anni dopo, era il 2011, avemmo un’altra piacevole sor- presa: senza alcuna comunica- zione, a febbraio dom Aldo tornò a Boa Vista a visitarci. Stavo facendo una visita pasto- rale di 45 giorni nella Terra indi- gena Raposa Serra do Sol, visi- tando centri e comunità. Quando queste vennero a sa- pere dell’arrivo di dom Aldo, lo pregarono di far loro visita. Per- tanto, organizzammo il suo viag- gio in coincidenza con la fine della visita pastorale. Il suo arrivo alla missione Matu- ruca si trasformò in una vera fe- sta, con balli e tanta gioia. Nella settimana che trascorsi lì, io ebbi modo di sentire la grande grati- tudine delle comunità per la mis- sione, per i missionari e in un modo molto speciale per lui. Alla celebrazione dell’addio, ar- rivò una donna anziana per re- galargli un ricordino, una piccola pentola di terracotta fatta dalle donne macuxi di Maturuca. Nella sua lingua l’indigena disse: «Dom Aldo, sappiamo che non puoi portare molte cose nel tuo viaggio in aereo, ma accetta e prendi questa piccola pentola. È stata creata con questa terra che tu e la missione ci avete aiu- tato a preservare e riconqui- stare, è piena del sangue dei no- stri capi che sono stati assassi- nati, del nostro sacrificio e della dedizione dei missionari. Ecco il nostro riconoscimento per il tuo coraggio nel lottare per i diritti delle popolazioni indigene». Le lacrime scorrevano nel silenzio di una notte che i libri di storia non racconteranno. Papa Paolo VI, oggi santo, coniò questa espressione resa nota dalla sua Evangelii Nuntiandi : «L’uomo contemporaneo ascolta i testimoni meglio dei maestri». A Roraima, ho compreso quanto dom Aldo fosse stato testimo- nianza vivente di un uomo inna- morato della missione. Era con- sapevole che essa si coniuga con l’incarnazione e la croce. Ecco perché, insieme ai missio- nari della Consolata, prese la croce assieme ai popoli indigeni di Roraima. Possiamo assicurarvi che dom Aldo è stato un vescovo conci- liare, cioè ha sempre cercato di camminare con la coscienza © Paolo Moiola " Dom Aldo divenne il miglior alleato dei popoli indigeni. MC

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