Missioni Consolata - Giugno 2020

IL PRIMATO DELLA VITA Corinna e Mattia abitano nell’o- ratorio, staccato dalla chiesa e in posizione appartata. Al piano terra ci sono diverse salette, al primo piano, oltre agli alloggi dei Longoni e di don Luca, ci sono gli spazi per i giovani: un sog- giorno dove studiano o s’incon- trano, una cucina, una sala, e al- cune stanze con letti a castello. Quando sono tornati dall’Ecua- dor, Corinna, Mattia e Pietro di pochi mesi, sono andati a vivere a Calco, paesino del lecchese. Lì sono nate Letizia e Benedetta. «Ci domandavamo se la mis- sione fosse stata una parentesi», racconta Corinna. «Poi abbiamo avuto un incontro provvidenziale con Eugenio ed Elisabetta, una delle coppie che stavano for- mando il gruppo delle Famiglie missionarie a km0. Era il 2013. A giugno 2016 siamo arrivati qua». «Siamo stati presentati alla par- rocchia come una famiglia per la “pastorale del caffè” - aggiunge Mattia -, cioè dell’incontro, della MC A 25 giugno 2020 MC deciso della diocesi di Treviso». Nella scelta di andare in una ca- nonica e non in un altro luogo, la conoscenza delle Famiglie mis- sionarie a km0 è stata fonda- mentale. «Sono stati Mattia e Corinna a farci conoscere la realtà di Milano - dice Riccardo -. Per me è un’esperienza profe- tica. Il nostro contratto di como- dato è lo stesso usato da loro». La canonica di Bavaria è una pic- cola costruzione di due piani più una mansarda. I Colombo vivono al primo, gli ospiti si autogesti- scono nelle tre stanze e cucina al piano terra. «Fin dall’inizio, uno degli obiet- tivi, oltre a offrire un’abitazione, è stato di aiutare gli ospiti a farsi delle amicizie - racconta Chiara -: cerchiamo di portare qui le no- stre molte relazioni, così si crea fiducia reciproca. Qui abbiamo solo quattro posti letto, quindi non risolviamo i pro- blemi della provincia di Treviso, però vorremmo creare un po’ di cultura dell’accoglienza. Questo è il nostro compito». Cristina Martignago con la figlia Noemi, che tutt’ora vivono lì. La comunità è vissuta mantenendo una certa indipendenza, e allo stesso tempo condividendo i tempi, gli spazi, e i soldi con la cassa comune». CULTURA DELL’ACCOGLIENZA Prima del trasferimento a Bava- ria, già da un po’, Chiara e Ric- cardo avevano maturato la deci- sione che l’esperienza di Milaico per loro dovesse concludersi: «Iniziava a essere un po’ faticoso - confessa Chiara -. Ma soprat- tutto c’era il rischio che Milaico diventasse troppo a misura Co- lombo. Era giusto mettere uno stop. Nel novembre 2016, poi, ci era capitato di accogliere alcuni profughi a Milaico per alcuni mesi. Da quel momento ci siamo resi conto che nei dintorni tanti avevano problemi di casa. Allora abbiamo iniziato a riflettere con don Giovanni Kirschner, refe- rente diocesano per la pastorale famigliare con cui collaboriamo da anni, e dopo diverse ipotesi, alla fine abbiamo realizzato que- sto progetto insieme alle sei par- rocchie della comunità pastorale Giavera-Nervesa, alla comunità di Milaico, e grazie all’appoggio Da sopra in senso orario: la famiglia Colombo con alcuni degli ospiti della «Casa accogliente Giovanna». | Chiara (con Silvia in braccio) e Riccardo (il primo in piedi a destra) durante un’espe rienza estiva a Guayaquil nel 2007 con alcuni giovani di Casa Milaico. | Corinna e Mattina nel 2010 con Pietro di poche settimane alla fine della loro permanenza a Guayaquil. | La famiglia Longoni. Da sinistra : Mattia, Pietro, Letizia, Benedetta e Corinna. * © Riccardo Colombo © Riccardo Colombo © Corinna Melighetti

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